La considera la battaglia della vita e ha chiesto a tutto il partito di combatterla fino alla fine. Silvio Berlusconi torna a Roma e non risparmia, in privato, strali nei confronti del Pd che ha aperto al voto palese in Aula. Non accettero’ mai di cadere per mano della sinistra, ha confidato a tutti i suoi interlocutori.

Mai piu’ – questo il ragionamento – patti con il nemico. Chi ha parlato con lui in queste ore ha trovato un Berlusconi determinato a esercitare la leadership nel partito, ma anche molto duro con chi non e’ disposto a mettere sul piatto la permanenza in questo governo qualora l’alleato dovesse continuare a procedere a tappe forzare per allontanarlo dal Senato. “E’ intenzionato a mettere su un ‘Grande Fratello'”, dice uno dei ‘falchi’ ricevuti a villa San Martino. Una delle ipotesi e’ quella di intervenire in Aula, di battersi fino all’estremo per far si’ che il Parlamento consideri la questione dell’irretroattivita’ della legge Severino. Ma il Cavaliere e’ tornato anche a riconsiderare l’appoggio a Letta. La valutazione e’ quella di sempre: non si puo’ restare al governo con chi mi vuole far fuori. Da qui il ragionamento sui ministri Pdl all’interno dell’esecutivo Letta che, a suo dire, dovrebbero porsi il problema di coabitare in un governo con la sinistra. Dopo il faccia faccia notturno con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, questa mattina proseguono gli incontri che Silvio Berlusconi ha in agenda con i big del partito. Stamane ha incontrato il ‘lealista’ Raffaele Fitto. Poco prima ha ricevuto anche il capogruppo pidiellino alla Camera, Renato Brunetta, e non e’ escluso che nell’arco della giornata altri esponenti del partito vedano Berlusconi. Tra i nodi da sciogliere, non solo le divisioni interne al Pdl, ma anche le misure contenute nella Legga di stabilita’ varata ieri dal governo e, soprattutto, la questione della decadenza e incandidabilita’ del cavaliere con al centro lo ‘scoglio’ della irretroattivita’ della Legge Severino. nei giorni scorsi ha visto i cosiddetti ‘mediatori’, Matteoli, Gasparri, e Romani – poi ha incontrato per oltre quattro ore Daniela Santanche’. “L’ho trovato assolutamente combattivo”, spiega la ‘Pitonessa’. Il Cavaliere – riferiscono altre fonti parlamentari del Pdl – non e’ per nulla interessato alle diatribe interne al partito, vuole misurare l’azione del governo sulle mosse in materia economica e soprattutto riconsiderare l’alleanza con il Pd se Largo del Nazareno dovesse ancora insistere sulla sua decadenza e sul voto palese. La convinzione dell’ex Capo del governo e’ che il giorno dopo la sua decadenza partira’ l’assalto delle procure. Alfano allo stesso tempo tornera’ a spiegare che la presenza del Pdl al governo e’ legata al suo ruolo di sentinella anti-tasse. Al momento le posizioni restano lontane, anche se le ‘colombe’ stanno cercando di convincere Berlusconi ad evitare ulteriori strappi. Il voto in Aula verra’ calendarizzato presumibilmente entro i primi di novembre, ma la decisione di palazzo Madama dovrebbe arrivare in ogni caso prima di quella sull’interdizione (la Corte d’appello dovrebbe pronunciarsi il 19 ottobre e i legali del Cavaliere, spiegano dal Pdl, sicuramente ricorreranno in Cassazione). Sullo sfondo restano le polemiche sulla gestione del partito. Renato Schifani esclude che ci sara’ una scissione, ma i rapporti tra alfaniani e lealisti continuano a deteriorarsi. Il partito rimarra’ unito attorno al suo leader, e’ la convinzione dell’ex presidente del Consiglio. Ma l’ex premier deve fare i conti anche con i numeri a palazzo Madama. L’ala filogovernativa e’ pronta a tirar fuori quel documento al quale hanno apposto la firma 23 senatori per chiedere la continuazione del governo Letta e anche alla Camera non e’ venuta meno l’ipotesi di dar vita ad un gruppo separato.

 

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