A ‘raffreddare’ i rapporti tra il premier e il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, erano bastate le voci – sempre più insistenti – di un suo probabile impegno politico. A renderli più gelidi – ma comunque sempre entro il recinto del garbo istituzionale – ci hanno pensato i due messaggi notturni con cui il Professore ha ‘cinguettato’ la sua decisione di scendere in politica diventando di fatto un competitor a tutti gli effetti. Una decisione da “rispettare”, assicura Bersani che però poi precisa – rivolgendosi a Casini perché Monti intenda – che é finito il tempo delle “ambiguità” e delle “complicazioni”.
Insomma è finito il tempo, sembra dire il segretario Democrat, di governi tecnici e strane maggioranze. Anche per questo, spiega Bersani al Tg2, occorre vedere che farà Monti in concreto, “se sarà al di sopra delle parti o piuttosto da una parte sola”. Perché se è vero che fino ad oggi il Pd ha sempre “sostenuto con lealtà'” il governo del professore anche “in momenti difficili”, ora occorre “chiarire dove si collocherà” politicamente il premier. E per essere ancora più chiaro, Bersani rivendica il ruolo del suo partito, “di gran lunga il più grande partito europeista e riformatore in Italia”, con cui tutti dovranno fare i conti. Anche il professore e la sua agenda che, dice Bersani, “ha alcune cose condivisibili, alcune meno e altre da discutere”. Non come quella del Pd che, assicura, “ha più lavoro, più equità e più diritti”. Insomma il Pd “é questo”, spiega Bersani invitando al dialogo chiunque – anche Casini, anche Monti – sia “contro Berlusconi, contro la Lega e contro i populismi”. Una ‘ricetta’ che Bersani vuole vincente nella corsa a Palazzo Chigi tanto da dire di “non temere nessuno” tra i suoi avversari, né Berlusconi, né Grillo né, a questo punto, neanche Monti. E il segretario torna a disegnarsi un ruolo da premier per il 2013 anche in Europa. In un’intervista al Financial Times Bersani torna infatti a rassicurare i partner europei su quella che sarà l’Italia a guida Pd, non prima però di chiedere lo stesso impegno per la crescita che l’Ue ha messo nella difesa della tenuta finanziaria: “Vorrei che adesso l’ Europa si concentrasse sulla crescita e sulla lotta alla recessione, con la stessa tenacia con cui ha difeso l’ unione monetaria”, ha detto, “altrimenti l’austerity, pur necessaria, da sola potrebbe diventare rischiosa a lungo andare”. Poi ‘apre’ ai tedeschi, i più grandi sponsor per un Monti bis, dicendosi “pronto a discutere” la loro proposta per un supercommissario Ue all’economia che monitori le politiche di bilancio nazionali. E’, assicura, un piano che “non mi spaventa, purché l’intenzione sia di costruire fiducia e permetterci, pur in maniera controllata e selettiva, politiche di più ampio respiro” volte alla crescita. “Sono pronto a discutere – se sarà il mio turno di guidare il Paese – su come rafforzare il meccanismo di disciplina di bilancio per monitorare i bilanci nazionali, in cambio di nuove politiche volte a stimolare l’ economia”, ha spiegato Bersani al quotidiano finanziario dicendo di voler per l’Italia un rapporto serio, franco e amichevole con la Germania.