Forte del colpo messo a segno con le candidature di Laura Boldrini e Pietro Grasso alle presidenze delle Camere il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, continua a lavorare in vista di un incarico a formare il governo che ora vede piu’ vicino. Conscio del fatto che anche la composizione di un eventuale governo a sua guida avra’ la sua importanza nella partita per allargare la fiducia e passare le forche caudine del Senato. Per questo si punta a profili alti e ben spendibili di fronte all’opinione pubblica. Ed e’ gia’ partito il ‘toto nomi’.

Tra i papabili il ‘solito’ Fabrizio Barca e Rosanna Capacchione, la cronista anti-mafia eletta col Pd al Senato ma anche giovani come la deputata Alessia Mosca, di area lettiana, parlamentare alla seconda legislatura o ancora, tra i nomi forti, Salvatore Settis. Intanto si aggiunge un nuovo tassello al programma ”per il cambiamento” del segretario che oggi ha presentato la nuova normativa che ha in mente per il conflitto di interessi che registra, per altro, anche un intervento dell’Antitrust con una proposta depositata in Parlamento. Si tratta, chiaramente, di un tema di forte attrito con il Pdl e infatti sul punto il Cav va all’attacco: ”altro che conflitto d’interesse, serve lavorare alla ripresa economica”. Il segretario del Pd Bersani, in ogni caso, e’ fermo sulla linea di non accettare alcun tipo di dialogo con il Pdl (che pure prova a fare aperture invitando i Dem a cambiare linea e ad aprire ai moderati). Ancor piu’ a fronte di un Berlusconi che minaccia la piazza non c’e’ nessuna ‘ipotesi b’, e’ la linea e ove il tentativo che sta portando avanti non andasse in porto si dovrebbe tornare alle urne. E in quel caso, si spiega da piu’ parti, lo stesso segretario (che ha ipotizzato in questo caso un anticipo delle primarie) non escluderebbe di correre di nuovo. Al momento, pero’, tutto e’ puntato sulla sua partita per formare un governo che, ove partisse, secondo il segretario potrebbe non essere a termine brevissimo. I segnali sono, di certo, piu’ positivi di qualche giorno fa anche se la strada e’ tutta in salita. Il Movimento Cinque stelle non sembra cosi’ granitico (se Grillo e’ costretto a mandare due ‘supervisori’ per ricompattare i suoi). La Lega continua a fare aperture (anche se il Pdl si dice certo della fedelta’ dell’alleato). Da parte di Scelta Civica non ci sono chiusure di sorta. Gli uomini di Monti fanno sapere che non se ne fa una questione di nomi ma di programmi e non c’e’ preclusione persino al Carroccio (qualora dovesse dare un ‘silenzio assenso’ alla nascita del governo magari garantendo il numero legale). Intanto il prossimo scoglio per il segretario e’ quello dell’elezione dei capigruppo che dovranno salire con lui al Quirinale per le consultazioni. Una partita sulla quale e’ in corso un braccio di ferro tra correnti che il segretario potrebbe puntare a risolvere con un nuovo coup de teatre. Dal quale sembrano tenersi per ora fuori i ‘renziani’ che domani si riuniranno in vista delle assemblee dei gruppi sulla questione. Intanto si fa sentire anche il sindaco di Firenze che continua a tenersi pronto in caso la situazione precipitasse e si dovesse tornare al voto. Bene la ”stretegia d’attacco” usata da Bersani su Boldrini e Grasso, dice il ‘rottamatore’ ma questo ”non significa che i numeri ottenuti diano la garanzia di formare il governo”.

 

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