Sul ritocco delle pensioni resta il veto di Umberto Bossi, che questa sera ha assicurato che sul tema non c’e’ alcuna apertura della Lega e che ”tagliare le pensioni vuol dire tagliare la gente del nord”. In un comizio a Schio, in provincia di Vicenza, il segretario federale della Lega Nord

ha anche sostenuto di aver ”bloccato l’aumento dell’Iva”, come lo voleva ”il partito di Berlusconi”, perche’ – ha spiegato – rischierebbe di far aumentare i prezzi e la colpa ricadrebbe sul governo. Due temi, le pensioni e l’Iva, che Bossi ha usato anche per accattivarsi una platea di militanti veneti numerosa, affettuosa con il leder, ma non particolarmente prodiga di applausi. I sacrifici imposti dalla manovra anti-crisi sono ”un boccone amaro”, ha ammesso Bossi, tuttavia sono nella prospettiva di una ”Padania libera”, che il segretario leghista ha riportato in auge come un toccasana per lo spirito della base. ”Questa e’ una svolta storica – ha detto dal palco, riferendosi alla crisi economica in atto -. Dobbiamo prepararci non per domani ma per dopodomani, che la Padania arriva: l’Italia hanno capito tutti che va giu’, sta finendo male, dobbiamo prepararci e organizzare la Padania, se si vuole che il futuro sia dei migliori”. Ma in attesa di questo dopodomani c’e’ da ”salvare il salvabile” e chiudere la manovra. Ai due no su pensioni ed Iva, il ministro delle Riforme ha aggiunto anche lo scetticismo sul tema del taglio delle Province. Ha infatti avvertito che ”le Province sono ormai un problema di identita”’, che tagliarle ”non fa risparmiare”, e che se dunque lo si vuole fare almeno ”non si tocchino le Province storiche”. In settimana Bossi (che ha rivelato di aver cantato ieri sera con Giulio Tremonti, per il 64/o compleanno del ministro dell’Economia) ha assicurato che sara’ a Roma per ”aiutare gli enti locali” con apposite modifiche alla manovra. Tutta una serie di impegni che richiedono pero’ anzitutto grande compattezza della Lega, che ”tiene duro” al governo, ma che lunedi’ alla segreteria politica dovra’ trovare una sintesi. ”La Lega e’ una forza politica popolare, che deve essere unita e forte – ha avvertito Bossi dal palco, con accanto il governatore del Veneto Luca Zaia e il capo della Liga Gian Paolo Gobbo -. Il sindaco di Verona dice le sue cose, qualcun altro dice le sue, ma noi abbiamo un compito storico: fare l’interesse della gente del nord”.

Il leader leghista Umberto Bossi e’ tornato a parlare della telefonata ricevuta dal ministro Renato Brunetta da parte di Bankitalia per intervenire sulle pensioni. E dopo aver ricordato di aver telefonato al collega di governo per scusarsi di averlo definito ”nano di Venezia” (perche’ ”non volevo offenderlo, mi e’ scappato”), Bossi questa sera ad un comizio nel vicentino ha riferito ridendo dal palco di aver detto a Brunetta dopo la telefonata della Banca Centrale: ”Come mai hanno chiamato te e non hanno chiamato me? Chiamano il piu’ pirla…”

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