Umberto Bossi ha deciso di rompere il lungo silenzio dietro cui si è trincerato in questi giorni. Domani sarà in piazza a Lesa, in provincia di Novara, e si misurerà con la sua gente, la base leghista. Il senatur verificherà se l’avviso di garanzia che lo ha raggiunto per la gestione dei fondi di partito ha incrinato il suo rapporto con la folla.
Sarà un nuovo battesimo per il leader leghista e, probabilmente, segnerà anche il futuro di Bossi dentro e fuori dal movimento che ha fondato e guidato per oltre 20 anni. Un posto per il ‘capo’ ovviamente nel partito c’é e sempre ci sarà, ma eventuali contestazioni o l’appoggio incondizionato della base leghista avranno evidenti risvolti sul suo ruolo interno alla ‘Lega 2.0’ di Roberto Maroni. E con Maroni si è incontrato Bossi in via Bellerio, una riunione sulla quale non è trapelato nulla. Probabile che si sia discusso anche della candidatura di Matteo Salvini alla guida della Lega Lombarda. Ma intanto in serata è giunto l’affondo di Rosi Mauro contro l’ex ministro dell’Interno. La vicepresidente del Senato ha definito Maroni “assolutamente inadatto” a fare il segretario, perché “eterno secondo”. La Mauro ha anche detto che Bossi ha “sbagliato a dimettersi” e che ora la Lega “é morta”. Ha parlato di “complotto” nel partito, negando che il Carroccio fosse un “bancomat”. E ha ribadito di non aver mai preso soldi dalla Lega. Il senatur non parla in pubblico dal 4 maggio scorso, quando ha partecipato ai comizi di chiusura per le amministrative. In quell’occasione l’accoglienza della gente ‘padana’ è stata calda, anche se poi i candidati leghisti al primo turno non sono andati benissimo con poche eccezioni, Verona in testa. Nessuno è a conoscenza delle intenzioni del ‘capo’. Non si cosa dirà: i maroniani sono sorpresi anche se – spiegano – “prima o poi doveva parlare, mica può tacere per sempre”. L’attesa cresce anche tra i ‘cerchisti’ che, dal loro canto, si aspettano invece un sussulto nei confronti dei loro avversari interni nel partito. Intanto, Roberto Maroni segna un altro punto a suo favore e ‘piazza’ il fidatissimo Matteo Salvini alla presidenza della Lega Lombarda, la federazione più ‘pesante’ negli equilibri del Carroccio. L’europarlamentare leghista andrà a sostituire uno dei big della Lega di Bossi, Giancarlo Giorgetti. Salvini è stato vicino a Maroni fin dall’inizio della battaglia interna nel movimento, soprattutto quando fu emessa la ‘fatwa’ per impedire all’ex ministro di prendere parte ai comizi dei ‘lumbard’. Salvini ottiene il passo indietro di Giacomo Stucchi, fino a poche ore fa in pole per la conquista della poltrona di segretario lombardo e ora primo firmatario della candidatura di Salvini. Stucchi, che i maroniani avevano anche provato a nominare capogruppo a Montecitorio, forse otterrà un ruolo di prestigio al prossimo congresso federale. Salvini ottiene ottimi riscontri sul web e spesso rappresenta la Lega in tv ma tra gli stessi maroniani c’é qualche piccolo malumore: “Dovrebbe girare di più sul territorio e non solo a Milano – spiegano – ma è in gamba e se Maroni lo ha scelto per noi va benissimo”. Ora, per completare il puzzle Maroni deve convincere i veneti ad appoggiare il suo candidato alla segreteria della ex Liga, ovvero l’eretico Flavio Tosi. I cerchisti temono il ko; i bossiani sono ancora indecisi. Al congresso regionale mancano pochi giorni. E poi c’é da attendere quel che dirà Bossi a Lesa e come sarà accolto dal popolo leghista.