Il certificato antimafia, per gli appalti pubblici “di sicuro, visto solo come un pezzo di carta, non puo’ dare garanzie assolute. Servono altri sistemi di controllo che blocchino tentativi di infiltrazione pur se l’appalto e’ stato vinto da un’impresa pulita”, e su questo tema “e’ in corso un approfondimento”.

Lo afferma il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, in un’intervista a Repubblica, che alla domanda se, per bloccare la mafia, sia meglio rinunciare ai lavori risponde secca: “Assolutamente no. Sarebbe drammatico”, “dobbiamo avere fede nelle nostre capacita’ di contrasto e impegnarci ai massimi livelli per garantire ai cittadini che il denaro speso andra’ a buon fine. Gli strumenti giuridici ci sono, li renderemo ancora piu’ incisivi ed efficaci”. Quanto al suggerimento del procuratore Caselli “di migliorare il meccanismo di assegnazione degli appalti”, la titolare del Viminale si dice convinta che servano “gare piu’ trasparenti, in cui premiare la qualita’ del progetto, senza lasciarsi irretire dal meccanismo dei ribassi”. E infine, sul piano del governo per affrancare le grandi opere da infiltrazioni mafiose, Cancellieri spiega: “Per la Tav, come abbiamo gia’ fatto per altri lavori imponenti, funzionera’ qui al ministero un tavolo a cui sederanno l’Autorita’ per la vigilanza sui contratti pubblici, la Procura nazionale antimafia, la Dia, il Servizio alta sorveglianza del ministero delle Infrastrutture. Verra’ monitorato l’andamento dei lavori rispetto al rischio che la mafia ci metta le mani sopra”.

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