Pier Ferdinando Casini, all’indomani della svolta a sinistra e della proposta di un patto tra moderati e progressisti nell’interesse del Paese, precisa i contorni della sua proposta ben attento a spiegare che il passaggio “da un governo tecnico ad un governo con connotazioni politiche, che unisca le forze migliori del Paese”, ovviamente é un progetto per il 2013. E, per quando sarà, è del tutto normale che il Pd ambisca ad avere un suo candidato.

Di fronte alle telecamere di ‘Otto e mezzo’, su La7, Casini ammette che il suo timore di elezioni in autunno è forte. “Sarebbe folle, ma le temo, sarebbero il segno preoccupante di un’Italia che smarrisce la sua strada. Io sento preoccupanti sintomi di regressione – prosegue – sento una irresponsabilità crescente, molti stanno facendo calcoli sulle spalle del Paese. Non c’é per l’Italia un negoziatore migliore di Monti. Se a Bruxelles il vertice va bene, meglio. Se va male dovremo sostenere Monti ancora di più, perché sarebbe irresponsabile togliergli la fiducia anche se temo che ci sia chi vuole farlo”. “I numeri in democrazia hanno una valenza e plausibilità. Non mi meraviglia che il partito di maggioranza relativa possa fare un’indicazione imperniata su di sé”, risponde alla Gruber Casini, quando lei chiede se il candidato potrà essere Bersani. “Ma c’é anche la possibilità di una scelta terza, come è stato per Monti – aggiunge subito -, che non credo andrà a rinchiudersi in un cantuccio. Il discorso si farà a tempo debito, per ora non c’é una legge elettorale, non si sa se andrà indicato il premier, parlarne è insulso oltre che prematuro”. I moderati non intendono intromettersi nelle primarie del Pd, ma Casini ha le sue preferenze.”Noi siamo i moderati. Le primarie sono un problema del Pd e io rispetto le loro scelte. Rispetto tanto Bersani quanto Renzi. Bersani però lo vedo più incardinato come uomo di sinistra, non cambia idea ogni giorno come invece adesso capita a molti. Renzi fa un discorso più generazionale. Io da vecchio dinosauro un po’ lo invidio, lo vedo giovane e provo nostalgia”. Più possibilista sull’alleanza con Sel, Casini esclude invece quella con l’IDV. “Di Pietro ritiene il governo di Monti in continuità con quello di Berlusconi, io non sono affatto d’accordo e credo neppure Bersani. Di Pietro ha fatto chiarezza su tutto, non c’é bisogno di aggiungere altro”. Chiarito che i rapporti con Fini, con il quale ha avuto oggi un incontro, sono ottimi e “c’é piena sintonia”, Casini ammette di non aver ancora rinunciato ad un Pdl ‘deberlusconizzato’. “Se il Pdl potrà stare nel patto per salvare l’Italia? Bisogna chiederlo a loro. Berlusconi con quello che dice si tira fuori da qualsiasi responsabilità nazionale. Alfano è invece responsabilissimo, ma non so se è in condizione di fare la svolta che in molti nel Pdl chiedono, se Berlusconi torna a dare le carte. E quanto al fatto che per Berlusconi io mi porterò dietro solo il 10 per cento del mio elettorato, devo dire che mi sta allungando la vita, visto che in questi anni io i voti li ho guadagnati, mentre lui li ha dimezzati”. “Ai tanti del Pdl che mi dicono ‘bravo, veniamo anche noi con te – conclude il leader Udc – dico ‘ragazzi, datevi una sveglià. Perché mezza destra europea stava con Hollande, il mondo è cambiato, Alfano è serio e perbene ma non si può tornare alle telenovelas del passato”.

 

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