Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno proseguito l’esame della manovra ma il ‘clou’ dei lavori comincera’ domani sera quando arrivera’ il pacchetto di emendamenti dei relatori. ”Contiamo di portare il massimo lavoro possibile entro domani sera”, afferma Baretta. La questione e’ pero’ sempre legata alle coperture.
Sembra tramontare l’arrivo di risorse dall’asta frequenze tv, che pur poteva dare ”non meno di 2 miliardi di euro”, secondo i calcoli di Vincenzo Vita del Pd. Da una parte la contrarieta’ di parte del Pdl, dall’altra comunque il fatto che in questo momento si cerca una copertura sicura, immediata e, per quanto possibile, anche strutturale. Resta in piedi l’ipotesi di fare piu’ soldi dallo scudo fiscale ma la norma, cosi’ com’e’, sembrerebbe non funzionare e addirittura non garantire il gettito di 2 miliardi gia’ previsto. Quindi i tecnici sono chiamati a perfezionare il meccanismo per non compromettere l’incasso atteso. Possibile invece un aggravio sul bollo titoli.
Se indicizzazioni e Imu sono all’unisono le priorita’, restano aperte comunque anche altre questioni che dovrebbero essere risolte con emendamenti del governo o, piu’ probabilmente, dei relatori. Diversi i ‘salvataggi’ in cantiere. Salvi i parlamentari dal taglio dello stipendio per decreto: un emendamento dovrebbe ripristinare la competenza al Parlamento. Dalle modifiche sulle Province dovrebbero essere escluse quelle a statuto speciale e le sei per le quali sono previste le elezioni. S
alvi anche i lavoratori di Termini Imerese dalle nuove norme sulle pensioni: i relatori dovrebbero presentare un emendamento che elimina il tetto dei 50.000 lavoratori da salvare dalle nuove norme e che sposta il termine per gli accordi di mobilita’ dal 31 ottobre alla data di approvazione del decreto. Salvi con grande probabilita’ anche i tassisti dalle norme di liberalizzazione. Infine per il pagamento delle pensioni si studia l’innalzamento del contante, oggi fissato a 500 euro, e una norma che possa salvaguardare i lavoratori precoci della classe 1952, i piu’ penalizzati della riforma delle pensioni inserita in manovra.