“Noi siamo impegnati nel confronto ma se il governo è in cerca di licenziamenti più facili bisogna immaginarsi una tensione sociale di lungo periodo, che non è nell’interesse del paese”. Susanna Camusso leader della Cgil da New York torna sulla trattativa in atto con il governo per la riforma del welfare.
Trattativa che lunedì vedrà un altro appuntamento e che il governo Monti vorrebbe chiudere entro fine marzo. A New York per partecipare all’Onu alla Commissione sullo status delle Donne, la Camusso evidenzia l’impegno “nel confronto sul mercato del lavoro anche rispetto agli elementi di cambiamento, perché noi consideriamo che allargare la copertura degli ammortizzatori sociali è il nostro obiettivo ma senza risorse non è un obiettivo realizzabile. L’altra priorità è ridurre la precarietà: se il governo non intende affrontare la risoluzione di questi temi ma è in cerca dello scalpo dei licenziamenti più facili la risposta non è la fiammata ma bisogna immaginarsi una tensione sociale di lungo periodo e crediamo che non sia oggi nell’interesse del paese”. “Ma in ragione dell’interesse del paese non si può pensare che si cancellino i diritti dei lavoratori, e bisogna quindi ricostruire un nuovo equilibrio, ovvero – evidenzia – far diventare la tutela della precarietà un interesse generale perche credo che ne avrebbe un vantaggio tutto il paese”.
“E’ difficile dire se si è ottimisti o pessimisti”, ha aggiunto la leader della Cgil. “Usiamo – continua – la categoria dell’ottimismo di volontà, cioè della convinzione che sarebbe necessario dare delle risposte e dare delle risposte positive”. Ma la sindacalista poi avverte: “se qualcuno ha in mente un modello come quello usato per le pensioni, con il quale si toglie a chi ha e non si da nulla a chi verrà, quel modello non è riproducibile”. Quanto alla manifestazione della Fiom la Camusso non ha dubbi. “Il corteo dei metalmeccanici mostra una priorità che è assolutamente evidente quando il più grande gruppo dei metalmeccanici del Paese viene tenuto fuori. Il problema che viene evidenziato è quello della democrazia che si accompagna a quello del contratto nazionale di lavoro da rinnovare, che ha poi dentro le incertezze sul piano industriale della Fiat”.