Ecco in sintesi i ‘macro-capitoli’ sui quali il governo dovrebbe lavorare per avviare la fase 2: – LIBERALIZZAZIONI AVANTI TUTTA: Si ripartirebbe da quelle ‘abbandonate’ nel corso della manovra: farmacie, taxi e più in generale gli ordini professionali. Ma per altri interventi c’é solo l’imbarazzo della scelta. Basta leggere l’ultima segnalazione sulla concorrenza inviata al parlamento dall’allora presidente dell’Antitrust, oggi sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà. Segnalazione rimasta ad oggi lettera morta. Si va dagli assetti di governance delle banche e delle assicurazioni con l’ampia diffusione di legami azionari e personali fra operatori concorrenti fino alla necessità di mettere mano alla distribuzione dei carburanti, caratterizzata da un grado molto elevato di inefficienza.
– INFRASTRUTTURE DA FAR RIPARTIRE: Il Cipe ha già sbloccato alcuni miliardi per far ripartire i cantieri. Ma l’intervento è più generale. Si va dalla necessità di attrarre capitali privati per la realizzazione delle opere pubbliche fino alla necessità di snellire le procedure. Una prossima riunione del Cipe dovrebbe inoltre individuare le opere prioritarie. Resta inoltre da definire la ‘diatriba’ del Ponte sullo Stretto. Un’idea per le risorse è arrivata di recente dal ministro per l’Ambiente, Corrado Clini, che ha proposto ai colleghi europei: “sarebbe opportuno avviare una riflessione sulla possibilità che gli investimenti nelle infrastrutture siano esclusi dal Patto di stabilità”.
– LAVORO E STOP SU ARTICOLO 18: Dopo gli scioperi dei sindacati il premier ha più volte detto che per la riforma del mercato del lavoro (e del welfare) i tempi saranno più dilatati e si procederà con un confronto serrato con le parti sociali. Ma al di là della metodologia è chiaro che la chiave di volta della discussione è l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Un intervento che non ha mai portato ‘fortuna’ ai diversi governi che hanno cercato di metterci mano. Ma ora i toni sono più stemperati. Si punta, come anche da sollecitazioni dell’Ue, a rendere più flessibile l’uscita dal lavoro per consentire, come dice il giuslavorista Piero Ichino, di estendere a tutti i contratti a tempo indeterminato.
– FISCO E SELVA ‘SCONTI’: Scongiurato il taglio lineare degli ‘sconti’ fiscali (sostituiti al momento da un aumento dell’Iva) c’é da mettere mano alla ‘selva’ delle detrazioni che valgono decine di miliardi l’anno ma sono destinate principalmente ai redditi da lavoro dipendente e ad alleggerire i carichi familiari. Alcune novità sono già arrivate con la manovra con la riscrittura dell’Isee, cioé l’indicatore della situazione economica che consente ai cittadini di accedere, a condizioni agevolate, alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità.