“Se si fosse trattato di persone esterne al sistema, avrei pensato a dei facilitatori che potessero aiutare le forze politiche a fare le cose che servono al Paese. Così non è stato: anche i cosiddetti esterni, Violante e Onida per la parte che riguarda le riforme istituzionali e Pitruzzella e Giovannini per quelle economiche, non sono certo nomi nuovi. Niente che ci faccia ben sperare”.

Per il capogruppo al Senato dell’M5S Vito Crimi, intervistato da Repubblica e Fatto Quotidiano, quello dei saggi è “un finto governo a tutti gli effetti”. “A questo punto, era meglio l’altro scenario che il presidente ci aveva prospettato: Bersani poteva andare avanti, ottenere la fiducia alla Camera, non averla al Senato, ma restare in carica per gli affari ordinari. Quanto meno – rileva Crimi – avrebbe rappresentato buona parte delle nuove Camere. E intanto il Parlamento avrebbe lavorato. Adesso, invece, siamo davanti a una specie di commissariamento”. Crimi spiega che Napolitano non aveva accennato alla possibilità di nominare dei saggi. “Nel nostro secondo colloquio il capo dello Stato ci ha confermato che solo un governo politico poteva essere fatto. Lo ha detto senza mezzi termini. Non c’é mai stato spazio per i nostri nomi”. I nomi “li abbiamo sempre avuti, ma né Bersani né Napolitano hanno mai messo in campo la possibilità che noi facessimo dei nomi, neanche in privato. Abbiamo detto a Napolitano che eravamo pronti a farglieli in qualunque momento, se solo ci avesse dato l’incarico”, spiega Crimi. “Non aveva senso metterli sul bancone del macellaio per farli vivisezionare dai giornalisti. Si tratta di persone esterne a questo mondo, che però stimiamo. Bersani – aggiunge – non ha mai messo in discussione il suo ruolo di presidente del Consiglio, non ha mai concepito alcuna alternativa”.

 

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