“L’Europa e i nostri partner non devono agire per aiutare noi, ma per aiutare se stessi. Se crolla l’Italia, salta l’euro”. Parola di Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che in un’intervista al Messaggero interviene su Ue e crisi e sullo scenario politico italiano aprendo a un ipotetico Monti-bis. “La questione – spiega a proposito del meccanismo anti-spread – non è la generosità delle Merkel, ma realizzare un sistema che tuteli i Paesi virtuosi dalla speculazione finanziaria”.
Nessuno, sottolinea, “intende discostarsi dalla linea del rigore”. Catricalà non esclude il rischio crisi sul piano di governo: “L’euro è uno strumento importante, irreversibile”, precisa, “non penso ci sia qualcuno che remi contro. Stando ai fatti abbiamo posto ventiquattro fiducie e se Berlusconi avesse voluto davvero remare contro, gli sarebbe bastato negarne una su ventiquattro. Quindi la realtà è diversa da quella che appare. Detto questo siamo qui a fare il nostro lavoro, ma non possiamo restare al governo a dispetto dei santi”. Il sottosegretario non fa “previsioni” per il dopo Monti, “l’Italia avrà le sue elezioni e governerà chi avrà la maggioranza” e all’ipotesi di un Monti-bis replica: “La maggioranza di un governo tecnico è bene che sia la più ampia possibile. Ma anche in questo caso sarebbe necessario un passaggio dal Quirinale e dunque sarebbe indispensabile conoscere l’intendimento del capo dello Stato”. Catricalà interviene anche a proposito della Rai, che “deve avere una sua governance” e non va lasciata “ancora a lungo in una situazione di incertezza”, e della riforma del lavoro in cui non vede “colpe o zoppie”, ma che giudica “una riforma di sistema molto importante e molto attesa” che “ha avuto bisogno di una lunga fase di gestazione e di discussione”. L’esecutivo ha ancora molto da fare, non da ultimo, dice, cercare di “evitare l’aumento dell’Iva” grazie “ai risultati della spending review”.