Le difficolta’ dei politici tedeschi a far accettare ai loro connazionali il salvataggio dei Paesi in crisi sono comprensibili, anche se bisogna ricordare che la Germania ne trae vantaggio. Lo afferma Mario Monti nell’intervista allo ‘Spiegel’, spiegando che “le decisioni davanti alle quali si trova adesso la Germania non sono semplici”. Per questo, aggiunge, “capisco le difficolta’ che stanno attraversando i politici tedeschi”.
Il premier italiano ricorda tuttavia che “molto di cio’ che hanno fatto la Germania e la Francia per il salvataggio della Grecia ha aiutato anche le banche tedesche e francesi, che sono state a lungo grandi creditrici di Grecia e delle banche greche, cio’ che invece non vale quasi per l’Italia”. “Se si considera questo”, prosegue Monti, “l’Italia non solo non ha avuto finora nessun aiuto, ma se si include il flusso di ritorno netto nel proprio Paese, ha speso piu’ della Francia o della Germania. Senza il nostro versamento di aiuti il deficit statale non sarebbe del 123,4%, ma del 120,3%”. Nel ricordare che la Germania gode attualmente di tassi di interesse molto bassi e a volte negativi sui propri titoli di Stato, Monti spiega che “in questo modo gli alti tassi che deve pagare attualmente l’Italia sovvenzionano quelli bassi della Germania. Senza questo rischio i tassi dei titoli tedeschi sarebbero un po’ piu’ elevati”. Il presidente del Consiglio mette in evidenza che il suo governo ha “rapidamente ridotto il deficit di bilancio e ha compiuto riforme strutturali che rafforzano il potenziale della crescita. Nonostante i sacrifici considerevoli, gli italiani hanno accettato questa linea”.
Riguardo al salvataggio dell’euro, Monti spiega che e’ “ancora possibile, ma non cade dal cielo”. Con un’allusione che lo ‘Spiegel’ intende indirizzata alla Finlandia, Monti rileva che “la cosa molto piu’ seria e’ che ci sono alcuni Paesi, situati a nord della Germania, che ogni volta che nel Consiglio europeo si raggiunge un consenso, uno o due giorni dopo dicono cose che lo mettono di nuovo in discussione”. Monti dice di capire che questi Paesi “devono tener conto dei loro parlamenti, ma un parlamento e una Corte Costituzionale esistono in ciascun Paese dell’Ue e ogni governo deve ovviamente orientarsi in base alle decisioni del parlamento”. “Ogni governo ha pero’ anche il dovere di educare il parlamento”, conclude Monti, poiche’ “se mi fossi attenuto meccanicamente alle direttive del mio parlamento, non avrei mai potuto approvare le decisioni dell’ultimo vertice di Bruxelles”.