Dal blocco delle pensioni di anzianita’ per 12-18 mesi, all’anticipo, gia’ nel 2012, delle norme di allungamento dell’eta’ pensionabile per le donne. E’ ampio lo spettro degli interventi allo studio in materia previdenziale per fare fronte all’attuale nuova crisi
e, secondo quanto si apprende, i tecnici del governo starebbero recuperando in queste ore molte delle misure drastiche che avevano gia’ messo a punto nella manovra, approvata a luglio, ma che poi erano state ‘ammorbidite’ e diluite nel tempo. Possibile anche l’anticipo dal 2013 al 2012 della riforma che aggancia l’eta’ pensionabile alle aspettative di vita.
Il capitolo pensioni resta dunque quello che potrebbe dare i risparmi piu’ consistenti e soprattutto strutturali. Secondo quanto si apprende, dunque, potrebbero essere recuperate delle misure che gia’ erano state pensate nei mesi scorsi in vista della manovra. Tra le ipotesi, per esempio, un’accelerazione dell’allungamento dell’eta’ pensionabile per le donne. Nella manovra si e’ stabilito l’allungamento di un mese a partire dal 2020 per arrivare a 65 anni nel 2032. Potrebbe tornare l’ipotesi, circolata nelle prime bozze di allora, di un aumento di un anno gia’ a partire dal 2012, per poi aumentare un anno ogni due. Sempre tra le ipotesi l’anticipo dal 2013 al 2012 della riforma che aggancia l’eta’ pensionabile alle aspettative di vita, con la necessita’ dunque di lavorare tre mesi in piu’ gia’ a partire dal prossimo anno.
Un’altra delle misure che sarebbero state prese in considerazione e’ quella dell’allineamento della contribuzione tra i lavoratori dipendenti e i collaboratori: per questi ultimi e’ al 26% e potrebbe aumentare fino al 33%. Misura non facile da mettere in campo ma che potrebbe portare in cassa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l’anno. C’e’ poi il capitolo delle pensioni anzianita’ e qui le ipotesi vanno dal blocco totale per un anno o 18 mesi ad un innalzamento dei requisiti: la quota che somma eta’ anagrafica a eta’ pensionabile potrebbe essere portata nel 2013 da 97 a 100.
L’anticipo del pareggio di bilancio imposto dalla Bce “non potra’ poggiare soltanto sulla cosiddetta riforma dell’assistenza, a cui sono attribuiti risparmi oggettivamente improbabili, a meno che non si intenda attuare un piano di vera e propria ‘macelleria sociale’ a danno dei settori piu’ deboli della societa’”. E’ quanto sostiene, Giuliano Cazzola (Pdl), vice presidente della Commissione Lavoro della Camera. L’ex sindacalista della Cgil, in articolo che verra’ pubblicato domani sul quotidiano on line IlSussidiario.net, avanza una serie di proposte in materia di previdenza, assistenza e mercato del lavoro.
“E’ ormai evidente che l’anticipo del pareggio di bilancio – annunciato da Berlusconi e Tremonti come frutto di un libero convincimento, ma in verita’ imposto dalla Bce – non potra’ poggiare soltanto sulla cosiddetta riforma dell’assistenza, a cui sono attribuiti risparmi oggettivamente improbabili, a meno che – sono parole dell’ex segretario confederale della Cgil – non si intenda attuare un piano di vera e propria ‘macelleria sociale’ a danno dei settori piu’ deboli della societa’ (e meno protetti dai sindacati)”. “Pur non avendone alcun titolo (salvo una lunga esperienza nella materia) ci prendiamo – si legge nell’articolo -la responsabilita’ di avanzare, di seguito, alcune proposte riguardanti le modifiche da introdurre al piu’ presto nella manovra, allo scopo di rafforzarne i contenuti e di anticipare le scadenze, ben al di la’ degli specchi per allodole, come la ‘costituzionalizzazione’ del pareggio, a cui i mercati non abboccheranno”. In tema di assistenza, il principale istituto del settore – spiega Cazzola – e’ quello attinente all’invalidita’ civile. Per ridurre tale spesa (che cresce in progressione geometrica) si potrebbero adottare i seguenti provvedimenti: “intensificazione dei controlli e delle verifiche; innalzamento del grado di invalidita’ richiesto per ottenere la pensione; introduzione di un tetto di reddito al di sopra del quale verrebbe meno la corresponsione dell’indennita’ di accompagnamento”.
In materia di pensioni – secondo Cazzola sono tante le misure “virtuose” da adottare per anticipare il risanamento dei conti pubblici a cominciare dall’accelerazione dell’andata a regime dell’eta’ di vecchiaia a 65 anni per le lavoratrici dei settori privati. Per quanto riguarda i trattamenti di anzianita’ si dovrebbe abolire la possibilita’ di quiescenza con 40 anni di versamenti a prescindere dall’eta’ mentre, in materia di reversibilita’, si potrebbe liquidare la prestazione sulla base di un calcolo attuariale che prenda a riferimento l’eta’ del beneficiario. “Sarebbe poi equo, anche se ormai poco influente sul piano economico – aggiunge il parlamentare del Pdl – applicare pro rata, ovvero per gli anni dal 2012 in avanti, il calcolo contributivo a tutti, (incluso dalla prossima legislatura l’assegno vitalizio dei parlamentari)”.
Riguardo al mercato del lavoro, premettendo che una sollecita approvazione dello Statuto del lavori, nella impostazione data dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, introdurra’ nel sistema delle relazioni industriali, con la forza della legge, la possibilita’ di avvalersi di clausole derogatorie, secondo Cazzola, sarebbe opportuno riproporre la questione della flessibilita’ in uscita dal rapporto di lavoro.