La crisi “non è alle nostre spalle ma è davanti a noi” e bisogna stare attenti “alla prossima bolla” perché stiamo rischiando “il collasso”. Lo sostiene in una intervista al Corriere della Sera l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, sottolineando che “il vero spread è sociale”.

Ricordando la metafora del videogame per descrivere la crisi, Tremonti spiega che “il primo mostro è stata la megacrisi bancaria” e l’arma “usata furono i bilanci pubblici. Il secondo la crisi dei debiti sovrani: “Il debito pubblico americano è esploso. A fianco, si è cominciato a stampare moneta” ma “il paradosso è che l’enorme massa di soldi pubblici è andata alla finanza, non ai popoli. Il comunismo per Marx ha il denaro a tasso zero. Ci siamo vicini ma il denaro non é per famiglie e mutui ma per le banche. E’ un tipo nuovo di comunismo: il comunismo bancario”. Oggi il mostro “é il crollo bilaterale dei bilanci pubblici e delle economie reali. Stanno male gli Stati e stanno male i popoli. Il terzo mostro è il collasso. Crisi sovrana da una parte e recessione dall’altra. Per un anno abbiamo parlato di spread finanziario. Adesso lo spread più rilevante è economico e sociale”. Nel 2011 sostiene, “non c’é stata una crisi economica, ma politica. Habermas ha scritto che in Italia c’é stato allora un ‘dolce coup d’etat’. Ne ha fatto parte la lettera inviata all’Italia da Trichet e Draghi” ed è “un’ironia che oggi, Italia su Italia, la lettera sia tornata per la sua esecuzione proprio a chi l’ha scritta”. Infine sul governo Letta “personalmente lo stimo molto, spero non si limiti ad accarezzare i problemi”.

 

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