“Andiamo alle elezioni per vincere, non per pareggiare. Se nessuna coalizione raggiungesse la soglia, si sta ragionando su un premio di governabilità al maggior partito della coalizione vincente. Il che ci avvicinerebbe a rappresentare il 43-46 per cento del Parlamento. Se Bersani sarà il candidato premier di questa coalizione, sarà il vincitore delle elezioni. Poi dovrà cercare un patto con i moderati per allargare la maggioranza”. Parola di Massimo D’Alema, intervistato dal Messaggero.
“Casini è un sincero democratico – aggiunge – e sono sicuro che ne prenderà atto. Se invece fosse Casini a vincere le elezioni, siccome il suo candidato è Monti, Monti sarà il capo del governo. Non c’é nulla di drammatico in tutto questo”. “L’agenda economica – precisa l’ex premier – è quella del programma del Pd. E comunque noi non siamo da meno di Monti nel rigore e nel rispetto degli impegni europei. Quando governavamo noi i dati economici sul debito e sulle tasse erano decisamente migliori”. D’Alema auspica “che si faccia l’accordo sulla legge elettorale” che crede “più vicino di quanto le polemiche non lascino immaginare”. Il presidente del Copasir non si sente affatto un “rottamando”, ma “un uomo politico” che fa politica “non solo in Parlamento”. “In questo momento ho un’enorme quantità di impegni in giro per l’Italia per sostenere Bersani e le assicuro che le sale sono piene”. La destra? per D’Alema “é attraversata da una crisi profonda” e “non è chiaro se e come riusciranno ad approdare a una nuova leadership dopo Berlusconi”. Se Grillo vincesse invece “sarebbe come passare dalla padella alla brace. Gli italiani ne pagherebbero le conseguenze: hanno votato per Berlusconi. Se adesso scegliessero Grillo, passando da un populismo all’altro, il Paese non ne avrebbe certo giovamento”.