“Ho dato mandato ai miei legali di querelare con ampia facoltà di prova il senatore del Movimento 5 Stelle Mario Michele Giarrusso che, nel corso di un intervento nell’Aula del Senato susseguente ad un mio intervento, ha impudentemente affermato ‘Non si può venire qua, in quest’Aula, eletti con quelli che hanno abbassato la pena per il reato di voto di scambio e pretendere di dare lezioni di antimafia. Si è poco credibili e ridicoli. Noi, cari colleghi, siamo la prova che si può venire in questo Parlamento senza stringere le mani dei camorristi, dei mafiosi e degli ‘ndranghetisti, perché i nostri amici, i nostri sostenitori, hanno volti e nomi normali: non si chiamano Nick ‘o mericano o Giggino ‘a purpetta, come gli amici del senatore D’Anna”. Così il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente vicario del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, in una nota. “Nel ribadire i concetti che ho espresso circa la necessità di una tipizzazione del reato di concorso esterno in associazione camorristica, di una rivisitazione della legge sui pentiti con l’affidamento degli stessi a magistrati terzi che non siano i pm titolari dell’accusa nei processi ed una maggiore e più oculata istruttoria per l’emissione delle interdittive antimafia spesso costruite su fatti insussistenti ed ininfluenti – aggiunge D’Anna -, respingo con sdegno le farneticazioni dei professionisti dell’antimafia alla Giarrusso. Spero che lo stesso rinunci allo scudo dell’immunità parlamentare dando, almeno una volta, testimonianza di coraggio nell’affermare nelle sedi giudiziarie quanto avventatamente ha proferito in Aula”.

 

 

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