“Certo che le tasse locali sono cresciute. Ma mai quanto i tagli del governo centrale. Negli ultimi 4 anni le risorse trasferite ai Comuni sono scese di 9 miliardi, le imposte municipali sono salite di 5,5 miliardi”. Parola di Piero Fassino, sindaco di Torino e neopresidente dell’Anci, che al Corriere della Sera invita a smetterla di “dipingere i Comuni come enti parassitari e inutili”. Occorre non dimenticare, aggiunge, che i Comuni “erogano servizi essenziali ai cittadini”.
Anzi, “bisognerebbe apprezzare” che “nonostante i tagli selvaggi i servizi dei Comuni ancora funzionano”. In questi ultimi anni, aggiunge, “i Comuni hanno azzerato il loro deficit e dato un contributo netto al risanamento dei conti pubblici. Lo stesso sforzo non è stato chiesto all’amministrazione pubblica e agli apparati del governo centrale”. Fassino chiarisce il concetto anche in un’intervista al Sole 24 Ore. “Dal dicembre 2011 a oggi – spiega – sono passati 18 mesi, e i Comuni sono stati investiti da 16 decreti che ogni volta sono intervenuti sulla finanza locale e anche sulle regole ordinamentali. Da qui derivano le tante incognite attuali, e per questo abbiamo chiesto come primo atto di istituire subito una sede unica di confronto per riprendere in modo organico l’insieme delle relazioni fra Stato e Comuni”. Inoltre, sottolinea, “chiediamo di essere coinvolti nella riscrittura del Patto e nella ridefinizione della fiscalità del nostro Paese”.