Sul testo che dovrebbe riformare il sistema di finanziamento dei partiti e agevolare il controllo dei bilanci non c’é ancora intesa nella maggioranza. Incuranti “dell’ondata di anti-politica che monta nel Paese”, come commentano i dipietristi, Pd, Pdl e Terzo Polo non riescono a concretizzare gli annunci dei giorni scorsi di ‘ABC’ di voler tagliare i finanziamenti dei partiti. Con grave allarme del presidente del Senato Renato Schifani che avverte: ‘Se i partiti si faranno precedere da Giuliano Amato”, nominato dal governo Consigliere sul tema, “avremo assistito alla definitiva perdita della loro credibilità”.
I relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl), che si erano dati tempo fino a questa mattina per presentare il testo base in commissione Affari Costituzionali della Camera, chiedono, infatti, “qualche giorno in più per arrivare ad una messa a punto tecnica” e per “armonizzare” la normativa tedesca sul finanziamento con quella italiana. Il modello al quale la maggioranza vorrebbe ispirarsi per “rivoluzionare” il meccanismo del finanziamento ai partiti è infatti quello tedesco. “Ma inserire norme come quelle nella legislazione italiana”, assicura Bressa “non è una cosa semplicissima”. Pertanto, al termine di un dibattito (neanche troppo breve in commissione), si decide di far slittare il deposito del testo a lunedì prossimo alle 15. Con conseguente spostamento dell’intero calendario dei lavori: martedì mattina adozione del provvedimento come testo base e nel pomeriggio fissazione del termine per la presentazione degli emendamenti. Poi mercoledì si vedrà: se la commissione riuscirà ad esaminare la proposta di legge con tutti i vari emendamenti entro un periodo di tempo ragionevole per far arrivare il testo all’esame dell’Aula il 14 maggio (così come era stato deciso dall’ultima capigruppo di Montecitorio), bene. Altrimenti, come fa osservare Roberto Giachetti (Pd), potrebbe anche essere che l’esame in Assemblea slitti di una settimana, cioé al 21 maggio. Ma, al di là delle difficoltà tecniche, Giorgio Stracquadanio del Pdl fa capire che il “nodo” vero sarebbe un altro: il ‘se’ e il ‘quanto’ ridurre l’ultima tranche dei rimborsi che i partiti devono ancora riscuotere. Il Pd avrebbe chiesto il ‘dimezzamento’. Tanto è vero che in serata il tesoriere Antonio Misiani mette a punto e presenta una proposta di legge del suo partito che non solo si ispira al modello tedesco, ma fissa un tetto per le campagne elettorali; uniforma le detrazioni per i partiti a quelle per le onlus; e parla di un rimborso che non superi i 90 milioni (circa) di euro. Ma Terzo Polo e Pdl, secondo quanto si apprende, non sarebbero stati proprio d’accordo sul fatto di far partire questa ‘riduzione’ da subito. Cioé dall’ultima tranche dei rimborsi che si sarebbe dovuta riscuotere a luglio. Così meglio evitare spaccature prima delle elezioni e poi su un tema così ‘sensibile’. Il termine di Lunedì alle 15, infatti, viene definito “simbolico” da vari componenti della commissione. A dire la verità, la Lega avrebbe preferito addirittura martedì mattina come scadenza, ma il presidente della commissione Donato Bruno avrebbe cercato di non allungare troppo i tempi per evitare di far slittare la data dell’esame in Aula. Un accordo invece “lo hanno raggiunto”, ironizza il capogruppo della Lega in Commissione, Pierguido Vanalli, “hanno deciso di attendere le amministrative per non perdere il possibile elettorato che rimarrebbe come noi disgustato dalla non abolizione del finanziamento pubblico”.