Alcide De Gasperi come punto di riferimento nel passato e Mario Monti come speranza per il futuro. La “cosa bianca” muove i suoi primi passi in Trentino nel nome dello statista democristiano che con i suoi governi di centro traghettò l’Italia dal dopoguerra al miracolo economico e del quale ricorre il cinquantottesimo anniversario della scomparsa. Gli artefici del nuovo partito “degasperiano” sono Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini. Il primo, dalle colonne del Corriere della Sera, spiega che sebbene sia “inutile” oggi cercare il nuovo De Gasperi, è Mario Monti il politico che più si avvicina al fondatore della Dc, del quale bisogna “tornare a raccogliere tutti insieme l’ eredità”.

I provvedimenti del governo in carica, secondo Casini, si muovono in un’ottica non dissimile a quella di De Gasperi. Fini fa di più e sale sulle montagne trentine fino a Pieve Tesino, il paese di De Gasperi, per prendere parte alle celebrazioni ufficiali. Fa un certo effetto sentire l’ex leader di An che tesse le lodi dello statista democristiano. Ma Fini è sempre più proiettato verso un orizzonte centrista. “L’attualità del pensiero di Alcide De Gasperi – sostiene – consiste nella necessità di superare la divisione laici-cattolici e chiamare a raccolta i ‘liberi e forti’ contro tre pericoli: l’antieuropeismo, la demagogia e il populismo, che tante volte fanno dire che la politica e il Parlamento sono la causa di tutti i mali e l’egoismo sociale, geografico e di classe”, argomenta il presidente della Camera durante la ‘lectio degasperiana’. Fini non ama la definizione di “cosa bianca” , ma quello che gli sta a cuore è soprattutto il contenuto politico dell’operazione che sta mettendo in piedi con Casini: dar vita a una formazione che faciliti una grande alleanza dopo le elezioni del 2013, isolando le ali estreme: leghisti, dipietristi, grillini e sinistra radicale. “Sono convinto – dice Fini – che in Italia ci sono tanti cittadini che si cominciano a chiedere, anche in vista delle elezioni, se si debba continuare a scegliere all’interno di un bipolarismo che ha dimostrato di essere muscolare e squilibrato”. Domani è in programma il secondo atto: per parlare del nuovo centro si sono dati appuntamento a Trento il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni e il presidente delle Acli Andrea Olivero, con la regia del governatore trentino Lorenzo Dallai. Sempre nel nome di De Gasperi.

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