“La Margherita non è morta. E’ un partito che ha accolto dei finanziamenti come tutte le forze politiche, Fi, An, e i Ds. I soldi da me usati hanno finanziato solo l’attività politica. Che altro si dovrebbe fare: comprare case o ville, affittare aerei privati?”. E’ lo sfogo di Enzo Bianco, chiamato in causa dall’ex tesoriere dei Dl Luigi Lusi nella sua difesa davanti al Senato che deve decidere sulla sua carcerazione. In un’intervista a Repubblica Bianco chiarisce anche che “la società che mi cura la comunicazione e l’organizzazione delle iniziative politiche non è del marito della mia segretaria. Una vergogna”.
E’ invece “del fratello di una mia ex collaboratrice” scelta quando “la Margherita andava verso la liquidazione e si sono trasformati i rapporti di lavoro dipendenti in prestazioni professionali”. E pure la ‘paghetta’ da 5.500 euro al mese evocata da Lusi altro non era, spiega Bianco, che “soldi che servivano per pagare il personale di cui mi avvalevo, collaboratori cocopro che sostituivano il personale ‘esodato’ e le spese di gestione della sede”. Nei confronti di Lusi, aggiunge, “mi sono comportato in buona fede come gli altri. Siamo stati tutti francamente presi in giro, fidandoci delle sue apparenze: il suo passato di scout, giudice onorario, comportamenti rigorosi”. E “non ho preso soldi da un ‘malandrino’, ma legittimamente dal partito a cui appartengo. Poi scopriamo che il tesoriere è un malandrino, ma è un’altra cosa, io non mi sono fatto corrompere da Lusi”. Ora all’assemblea del partito il 16 giugno “proporrò – conclude Bianco – la liquidazione del partito, la pubblicazione in rete dei conti certificati Kmpg e di devolvere il patrimonio a enti pubblici”.