Fonti parlamentari del Pd raccontano di contatti avviati tra bersaniani e lettiani. Tanto che sarebbe stata avanzata l’idea di un ticket Gianni Cuperlo e la lettiana Paola De Micheli per la corsa alla segreteria. I lettiani non avrebbero chiuso la porta, anche se i giochi – a partire proprio dalle regole – si inizieranno a decidere nell’assemblea del partito che si terra’ nel week end. L’obiettivo, riferiscono le stesse fonti, e’ quello di tenere prima i congressi locali e poi il congresso nazionale, far si’ che il congresso si tenga a gennaio per non provocare ‘scossoni’ all’esecutivo.

La ‘mission’ e’ quella di far si’ che si chiuda la finestra del voto anche in primavera e che Matteo Renzi ottenga la segreteria, ma solo con il sostegno della ‘vecchia guardia’. Il presidente del Consiglio si tiene fuori dalla ‘mischia’, alcuni dicono che abbia preso tempo e frenato su qualsiasi mossa ‘anti-Renzi’, ma e’ chiaro – sottolineano le stesse fonti – che anche il premier vuole evitare la possibilita’ che si mini la stabilita’ dell’esecutivo, ecco perche’ i ‘lettiani’ dietro le quinte non smentiscono un possibile ‘asse’ con Cuperlo e i bersaniani. Letta in ogni caso e’ categorico: “Non ragiono – ha spiegato a ‘Porta a porta’ – sul mio futuro personale, su duelli di partito e sul congresso, non mi occupo di cavallerie rusticane”. Ma il messaggio che il capo dell’esecutivo ha inviato dal salotto di Bruno Vespa e’ altrettanto chiaro: “Non possiamo essere io e il presidente della Repubblica gli unici parafulmini”. Il rischio, sottolineano fonti parlamentari, e’ che si utilizzi palazzo Chigi e il Colle sia per la battaglia congressuale del Pd che per la prossima campagna elettorale. “Non puo’ certamente essere Letta il bersaglio di Renzi e Berlusconi, a questo gioco non ci stiamo”, sottolinea un esponente vicino al premier, “non fara’ da parafulmine come ha fatto Monti nello scorso governo”. Ecco perche’ da giorni Letta ripete che il suo non e’ un esecutivo di soli annunci. Ed ecco perche’ il premier non e’ disposto a farsi logorare dal Pdl. Letta ha spiegato di essere pronto anche a dimettersi se lo scontro tra i partiti portasse il governo alla palude. “Richiamo tutti – ha detto il premier – ad una responsabilita’ che il paese ci chiede. Con tre o quattro poli com’e’ adesso andare al voto con questa legge elettorale, vuol dire riconfermare al Senato a situazione di impasse”. Il premier non pensa a ‘piani B’, ma non nasconde che il governo e’ in bilico. A ‘Porta a porta’ Letta ha fatto un riferimento al voto in Giunta. “Bisogna applicare il regolamento”, e’ la linea del premier che in questo modo vuole evitare quei “giochi politici” che bloccano il Paese. Infine un altro ‘messaggio’ ai partiti: “Abbiamo presentato un disegno di legge con un accordo chiaro tra governo e Parlamento e abbiamo dato sei mesi, al termine dei quali siamo pronti a presentare un decreto legge se in Parlamento prevalesse l’inerzia”.

 

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