“Il Senato che immagino io, anche in parallelo con la riforma del Titolo V, e’ un luogo di decisione e di coordinamento degli interessi locali fra di loro e in una visione nazionale, e in questo senso dovrebbe sostituire la Conferenza Stato-Regioni. Sarebbe un Senato composto da senatori eletti dai cittadini contestualmente alle elezioni dei consigli regionali, e una quota di partecipazione dei consiglieri regionali eletti all’interno degli stessi consigli”. In una intervista rilasciata a Repubblica, Pietro Grasso, seconda carica dello Stato, spiega perche’ il Senato non vada abolito ma piuttosto riformato.
“La gente pensa, a ragione, che quasi mille parlamentari siano troppi, che la politica costi molto e produca poco – chiarisce Grasso -, che sia venuto il momento di dare una sterzata. Ma avverto anche la forte preoccupazione di mantenere, su alcuni temi, la garanzia di scelte condivise. Con un sistema fortemente maggioritario, con un ampio premio di maggioranza e una sola Camera politica, il rischio e’ che possano saltare gli equilibri costituzionali e ridursi gli spazi di democrazia diretta”. Per Grasso “affidare a una sola camera anche le scelte sui diritti e sui temi etici potrebbe portare a leggi intermittenti, che cambiano ad ogni legislatura, su scelte che toccano profondamente la vita dei cittadini e che hanno bisogno di essere esaminate anche in una camera di riflessione come ritengo debbo essere il Senato”. “Per rendere piu’ stretto il coordinamento tra il Senato, composto da rappresentanti delle autonomie e componenti eletti dai cittadini, e le autonomie locali, – e’ il ragionamento dell’ex magistrato – prevederei la possibilita’ di partecipazione, senza diritto di voto, dei presidenti delle Regioni e dei sindaci delle aree metropolitane”. Di quali leggi dovrebbe occuparsi? “Oltre a tutte le questioni di interesse territoriale, delle leggi costituzionali o di revisione costituzionale, di legge elettorale, ratifica dei trattati internazionali, di leggi che riguardano i diritti fondamentali della persona”. Secondo Grasso, “una Camera prettamente ed esclusivamente politica deve essere bilanciata da un Senato di garanzia, con funzioni ispettive, di inchiesta e di controllo, anche sull’attuazione delle leggi. Chiaramente il Senato dovra’ partecipare, in materia determinante, ai processi decisionali dell’Unione Europea, sia in fase preventiva che attuativa”. La seconda carica dello Stato chiarisce perche’ non e’ d’accordo con chi, come il premier Renzi, vorrebbe come senatori sindaci e governatori: “Perche’ ritengo che per una vera rappresentativita’ sia indispensabile che almeno una parte sia eletta dai cittadini, come espressione diretta del territorio e con una vera parita’ di genere. Una nomina esclusivamente di secondo grado comporterebbe una accentuazione del peso dei partiti piuttosto che di quello degli elettori”.