Quel cancello, quella sbarra, quella scritta sono inconfondibili. Salvo per un particolare, scelto da Beppe Grillo per ‘taroccare’ la foto simbolo di Auschwitz scelta per corredare il post di apertura sul suo sito. Su quella traversa in ferro non si legge infatti l’agghiacciante “arbeit macht frei” ma la ‘versione di Grillo’ che preferisce un “P2 macht frei”. Ed e’ “liberamente ispirata alla poesia ‘Se questo e’ un uomo’ di Primo Levi” l’intemerata del leader M5S. “Considerate se questo e’ un Paese nato dalle morti di Falcone e Borsellino dalla trattativa Stato mafia schiavo della P2”. Questo non e’ Primo Levi ma l’editing di ‘Se questo e’ un uomo’ che Beppe Grillo sceglie come apertura del suo blog. Un testo interpolato con attacchi a tutto campo, come quello che anche oggi appare chiaramente indirizzato al Colle, quando si parla di un Paese “comandato da un vecchio impaurito delle sue stesse azioni che ignora la Costituzione”. “Considerate se questo e’ un Paese consegnato da vent’anni a Dell’Utri e a Berlusconi e – dice sempre il Levi visto da grillo – ai loro luridi alleati della sinistra”. Si parla anche di “un Paese che ha eletto come speranza un volgare mentitore assurto a leader da povero buffone di provincia”. “Considerate – domanda la pseudo poesia – se questa e’ una donna, usata per raccogliere voti, per raccontare menzogne su un trespolo televisivo, per rinnegare la sua dignita’ orpello di partito vuoti gli occhi e freddo il cuore come una rana d’inverno”. Immediata la reazione degli ebrei: “Un’oscenita’ sulla quale non e’ possibile tacere. Si tratta infatti di una profanazione criminale del valore della Memoria e del ricordo di milioni di vittime innocenti che offende l’Italia intera”, dice Renzo Gattegna, presidente dell’Unione Comunita’ Ebraiche, rispondendo cosi’ “all’ultima infame provocazione di Beppe Grillo” che pubblica sul suo blog una immagine dell’ingresso di Auschwitz con la scritta ‘P2 Macht Frei’ e storpia le parole dei celebri versi di Primo Levi con cui si apre “Se questo e’ un uomo”. Un modo, condanna Gattegna, “per solleticare i piu’ bassi sentimenti antisemiti e cavalcare il malcontento popolare che si addensa in questi tempi di crisi”.