“Questo è un giornalismo da boia”: per Dario Fo i recenti presunti scandali che riguarderebbero l’autista di Beppe Grillo, Walter Vezzoli, sono “pura invenzione. E’ scandaloso, infame”, ha detto intervistato dal quotidiano Die Welt, “qui c’é un massacro in pieno corso”. Il premio Nobel ha poi spiegato di essersi “unito al movimento perché non ce la facevo più ad assistere a queste campagne di linciaggio, volevo difenderlo”.

Per Fo Grillo fa bene ad attaccare la stampa: “Se un giornale non è corretto, deve esserlo lui?”. Del resto i giornalisti sono “quasi tutti” scorretti, e quelli che rischiano la vita per raccontare le mafie al sud sono solo “un fenomeno locale”. Anche l’attore, regista e autore Fo è convinto che la rivoluzione sociale passi per internet: “Quasi mi fa paura pensare alle possibilità insospettate” della rete. “Fino a oggi solo la metà dei cittadini è on-line, ma in dieci anni lo saranno tutti. Questa è una rivoluzione”. Per Fo “naturalmente” c’é il pericolo che la rete faccia da cavallo di Troia, portando le persone sbagliate in parlamento, “ma sono minuzie”: “Gli errori si commettono per la fretta e il movimento si libererà da questa gente”. Una cosa, in particolare, lo divide però da Grillo, ammette Fo: “La cultura del dubbio, questo fa la differenza tra noi due”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui