Uno “ius soli temperato” per i figli degli immigrati nati in Italia. Cosi’ il Ministro per l’integrazione Cecile Kyenge intervenuta a Radio24 a “24 Mattino” a proposito della questione sulla cittadinanza. Uno ius soli temperato, basato sul numero degli anni in cui i genitori si trovano in territorio italiano. E a questo proposito, il Ministro ha ricordato che “ci sono venti proposte diverse in Parlamento. La mia prevede cinque anni di residenza”.

“Come ministro – ha detto ancora – ho posto un problema non per imporre un modello ma con l’obiettivo di suscitare un dibattito nel Paese per adattare la normativa alla realta’ italiana di oggi. La mia proposta di legge da deputata era quella dello ius soli temperato che e’ l’unica forma presente in Ue”. Riferendosi poi alla definizione “migranti o immigrati clandestini”, il ministro ha detto che “deve cambiare la politica dell’immigrazione” ed anche la “terminologia”. Bisogna capire in sostanza, “cosa e’ il fenomeno migratorio, il perche’ le persone si spostano dai loro paesi. Gia’ questo potrebbe essere una rivoluzione, capirne le motivazioni”. Rispondendo ad una domanda sul fatto di ritenere se il reato di clandestinita’ debba essere abolito, il ministro ha detto che “se un immigrato arriva in Italia, che sia immigrato o clandestino lo si accerta dopo, non a priori” e che “sul reato di clandestinita’ si pone una riflessione che tiene conto dei costi/benefici per il Paese. E’ una valutazione indipendente dalle ideologie”.

 

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