“Sono disponibile al confronto, ma che si basi sui contenuti e non sulle offese. È arrivato il momento di dire basta”. Lo dice al Corriere della Sera Cécile Kyenge, ministra dell’Integrazione, a proposito delle offese ricevute da Roberto Calderoli.
“Se non è in grado di tradurre un disagio in un linguaggio anche duro, ma corretto – sottolinea il ministro, – bisogna forse dare il suo incarico a chi è capace di farlo”. Kyenge spiega di ricevere minacce “quotidianamente, con ogni mezzo. Lettere, email, telefonate. Le più terribili sono online, anche minacce di morte. Non c’è ancora una legge – dice, – e invece servirebbe. L’istigazione al razzismo sta diventando man mano istigazione alla violenza. Vale per tutti, penso agli attacchi che riceve la comunità ebraica. Dobbiamo lavorarci”. In un colloquio con La Stampa Kyenge sottolinea poi come le donne siano più spesso di altri soggette ad attacchi: “è capitato al presidente della Camera Boldrini, a Mara Carfagna e alla sottoscritta”, spiega. Il secondo obiettivo, aggiunge al Corriere della Sera, è “la diversità. La pelle nera come la mia attira maggiormente l’attenzione. Penso a Mario Balotelli. Ma vale per tutte le diversità. Ho visto una reazione fortissima contro i cinesi nella zona di Prato, per esempio. Qualcuno fa fatica ad accettare che il Paese è cambiato. E penso che, proprio per questo, avrebbe bisogno di altri messaggi, di un altro tipo di comunicazione”.