“Un patto con la Confindustria sarebbe una scelta dettata dalla paura, una fuga dalla realtà. Bisognerebbe avere coraggio: non fare patti senza senso bensì accordi innovativi trovando mediazioni e scambi possibili”. In una intervista a Repubblica il leader della Fiom Maurizio Landini boccia l’ipotesi di patto tra sindacati e imprese perché “i patti firmati nel passato, anche senza la Cgil, hanno portato al governo Berlusconi e poi al governo Monti.

E chi ha pagato le loro politiche? I lavoratori. Loro fanno i patti e i lavoratori pagano”. “Bisognerebbe cominciare a dire – attacca Landini – che c’é una responsabilità anche delle imprese e della Confindustria per la situazione in cui ci troviamo. Confindustria ha sempre sostenuto i governi Berlusconi e dopo quello Monti, ha approvato i tagli alle pensioni, ha voluto la modifica dell’articolo 18, ha sostenuto le scelte di Marchionne e la decisione della Fiat di andarsene dall’Italia”. Landini al patto preferisce “gli accordi” in cui “si possono realizzare gli scambi. Per esempio: si bloccano o no i licenziamenti in Italia? E poi: anziché defiscalizzare gli straordinari perché non chiedere sgravi fiscali per i contratti di solidarietà?”. Le parole di Squinzi, aggiunge, “mi fanno venire in mente il Titanic. Sì, certo, stavano tutti sulla stessa barca ma quelli che si trovavano nella sala macchine non si sono salvati”.

 

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