“I contrasti aspri tra le forze politiche – ha detto Enrico Letta, vicesegretario del Pd, dopo l’incontro con il presidente Napolitano al Quirinale – rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali”. “Al presidente della Repubblica confermiamo fiducia piena e profonda gratitudine – ha aggiunto Letta. ‘Non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che prenderà”.
“L’idea di rivotare con l’attuale legge elettorale è profondamente sbagliata”. “I troppi ‘no’ ascoltati nei giorni scorsi, a cui si aggiungo i ‘no’ di stamattina, e cioé ‘no’ a un governo istituzionale o a un governo del presidente, oltre a quelli ascoltati nelle consultazioni, rischiano di negare quel cambiamento” la cui richiesta era emersa dalle urne. “I troppi ‘no’ ascoltati nei giorni scorsi, a cui si aggiungo i ‘no’ di stamattina, e cioé ‘no’ a un governo istituzionale o a un governo del presidente, oltre a quelli ascoltati nelle consultazioni, rischiano di negare quel cambiamento” la cui richiesta era emersa dalle urne, ha sottolineato Letta.
Ad Enrico Letta risponde Angelino Alfano: “Il tentativo del Pd di scaricare su altri responsabilità che sono tutte e solo sue – aggiunge il segretario del Pdl – è un’ ulteriore prova della mancanza di visione e di sensibilità all’interesse nazionale di Bersani, del suo partito e dei suoi alleati. Mai e in nessun caso il Capo dello Stato, nei colloqui con noi, ha preso in considerazione e quindi neppure avanzato ipotesi di cosiddetti ‘Governi del Presidente’ o ‘istituzionali’ o “tecnici”, che avrebbero visto comunque la contrarietà non solo nostra, ma della enorme maggioranza degli italiani, dopo la fallimentare esperienza del governo Monti”. “A questo punto – osserva – la responsabilità ricade unicamente e storicamente sul Pd. E’ bene avere chiari tutti i passaggi di questa vicenda: dopo il sostanziale pareggio elettorale, il Pdl ha subito manifestato attenzione all’esigenza di garantire governabilità al Paese attraverso una grande intesa tra le forze maggiori, in primo luogo per corrispondere alla necessità di alleggerimento fiscale e di rilancio dell’economia che sale dal Paese”. “E’ questo il cambiamento che l’Italia attende – conclude – a ciò il Pd ha risposto dicendo sempre e solo no; occupando tutte le cariche istituzionali; inseguendo ogni giustizialismo; facendosi umiliare dai grillini; rifiutando ogni analisi seria sulla drammaticità della situazione economica delle famiglie e delle imprese. Ora il Pd raccoglie ciò che ha seminato. A questo punto, ci rimettiamo con fiducia alle valutazioni del Presidente Napolitano”.