“Il pareggio al Senato e la vittoria di Maroni in Lombardia provocherebbero conseguenze nefaste per il Mezzogiorno”. Lo afferma in una intervista al Mattino il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, ricordando che le carte giocate da Lega e Pdl per vincere in regioni chiave come la Lombardia (dalla Macroregione del Nord al 75% delle tasse da trattenere in regione) non sono che “promesse elettorali” che faranno la fine “del cosiddetto parlamento di Mantova e dei ministeri a Monza: tutto è finito nel nulla come le ronde padane”.

E comunque, aggiunge, in Lombardia “cresce a vista d’occhio il consenso per la coalizione di centrosinistra”. Per questo Letta si dice “ottimista” e ricorda che il Pd sarebbe disponibile a un confronto tra leader qualora “ce ne fossero le possibilità, è stato Berlusconi a dire no” temendo le sue “spine nel fianco Grillo e Giannino”. Per Letta, “dalle urne uscirà una maggioranza chiara di centrosinistra in grado di governare” ma certo “queste elezioni passeranno alla storia nazionale ed europea come quelle in cui un movimento populista avrà un risultato così forte” come il Movimento 5 Stelle. Per questo si augura che i grillini che arriveranno in Parlamento siano “meglio di Grillo. Sono persone normali a differenza del comico che è soprattutto un furibondo distruttore, pieno di astuzie”.

 

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