Una lunga notte in fila al freddo, sotto una nebbia più milanese che romana e dopo, alle 8 quasi in punto, l’ingresso al Viminale: è cominciata così la prima, complessa e caotica, giornata di presentazione dei contrassegni dei partiti che hanno deciso di candidarsi alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.
Presentazione che si è trasformata presto in bagarre per la presenza di simboli civetta, in particolare per il movimento M5s di Beppe Grillo. Poi, la comparsa, decisamente fuori programma, della lista – la numero sette – “per l’Europa Monti presidente”, di un certo Monti Samuele, consigliere comunale di una lista civica a Frabosa Soprana in provincia di Cuneo, il quale in bacheca si è aggiudicato una posizione di vantaggio rispetto ai due simboli autentici, uno per la Camera, l’altro per il Senato, di Mario Monti e la sua coalizione. Anche in questo caso non è escluso che per salvaguardarsi, il partito di Monti opti per un ricorso.
Oltre alla lista di un Monti che non è il professore premier del governo tecnico, e del clone del Movimento 5 stelle, da segnalare un simbolo che imita (manca il nome del magistrato) quello di Rivoluzione civile di Antonio Ingroia: i due originali presentati, uno per la Camera, l’altro per il Senato, sono preceduti nell’esposizione in bacheca dal simbolo non doc e potrebbero in teoria essere invitati a modificare il proprio. Alle 18,30 i contrassegni presentati erano 100. “Ho riflettuto a lungo e ho deciso di accettare la candidatura offertami da Antonio Ingroia, persona che stimo ed ammiro per la sua eroica azione svolta all’interno della magistratura”. Lo scrive, sul suo profilo Facebook, Giovanni Favia. “Ho letto – sottolinea Favia – i 10 punti costitutivi della lista Rivoluzione civile e li ho ritenuti in linea con le battaglie fino ad oggi svolte in nome e per conto del Movimento Cinque Stelle. Sotto il profilo politico, mi è stata garantita massima indipendenza e nessun bisogno di tesserarmi a partiti o movimenti, cosa che non farò”. Il consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Giovannia Favia, espulso da Beppe Grillo e dal M5S, sarà il capolista alla Camera di Rivoluzione Civile in regione. Lo ha annunciato lo stesso Favia, sciogliendo una riserva durata più di una settimana. Anche qualora non fosse eletto, Favia presenterebbe le sue dimissioni irrevocabili di consigliere regionale alla prossima semestrale di M5S