“Stimolare il governo” va bene, terremotarlo no. Difendere Berlusconi dalla “persecuzione giudiziaria” è giusto, essere “più realisti del re” invocando il voto e la caduta dell’esecutivo Letta quando “il presidente ha indicato la linea del sostegno leale” è sbagliato.

Ne è convinto Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, che in una intervista al Corriere della Sera spiega anche che tornare a Forza Italia è “un grande segnale di ripresa della nostra missione originaria”, ma approfittarne per tentare di scalare il partito o di scalzare dalla guida Alfano, che “é al governo come vice premier proprio perché segretario”, sarebbe imperdonabile. “Se nel Pdl si fa la gara a chi è più berlusconiano degli altri non si va incontro ai bisogni reali dei cittadini – spiega Lupi -, che non rimpiangono la vecchia politica ma vogliono cose concrete, far star meglio le loro famiglie”. Il ritorno a Forza Italia, precisa, deve essere “un riposizionamento forte del partito, l’evocazione delle ragioni profonde che ci hanno portato fin qui che sono la difesa della sussidiarietà, l’incontro tra le culture cattolica, socialista, liberale, il dialogo forte con le categorie, le imprese, i cittadini”. Sulla figura del leader, aggiunge, Lupi trova “discussioni quantomeno indelicate” quelle nei confronti di Marina Berlusconi, “ma anche nei confronti del nostro leader – afferma -: non si può discutere della sua successione quando ha annunciato, come tutti noi gli abbiamo chiesto, di voler guidare Forza Italia nonostante la guerra giudiziaria che da 20 anni gli fanno per eliminarlo dalla scena politica”.

 

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