“Questa partita è molto più grande, questa partita fa saltare il centrosinistra. E quando su di me uscirà fuori ulteriore merda che servirà a screditarmi definitivamente non ci sarà più una domanda da porsi”. E’ un passaggio dell’intervista all’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi,

accusato di aver sottratto 13 milioni di euro dal capitale del partito, a Servizio Pubblico, ripresa dal Fatto Quotidiano. “Io ho gestito 214 milioni di euro, ne ho lasciati 20 in cassa. Facciamo finta che ne abbia presi 7 poi ho pagato 6 milioni di tasse e arriviamo a questi famosi 13 milioni. Ne rimangono altri 181. Li abbiamo usati tutti per pagare il personale e i telefonini?”, si chiede Lusi. “Perché i revisori dei conti e il comitato di tesoreria hanno sempre fatto relazioni positive sui miei bilanci? – aggiunge – E’ evidente che andavano bene altre cose, no?”. Inoltre Lusi afferma di aver finanziato l’attuale sindaco di Firenze, Matteo Renzi ma “é evidente che queste informazioni sono uscite da chi sta facendo le indagini o, più probabilmente, dalla guerra interna al Partito Democratico. E’ così. Nessuno è interessato a che io parli”.

“Io eseguivo ciò che mi veniva detto – aggiunge – ed evidentemente per loro ero affidabile”. Le cose che Lusi eseguiva “rientrano nel border line del finanziamento alla politica. Formalmente è tutto lecito”, precisa. Lo scandalo delle risorse sottratte della Margherita, secondo Lusi, nascerebbe da “un fuoco amico, figlio di una guerra vecchia, prima contro Rutelli e poi contro il Pd”, non da un warning della Banca d’Italia. “Noi abbiamo sempre risposto alle segnalazioni di Unicredit – precisa Lusi – e Unicredit ha rimandato indietro le nostre risposte perché in realtà inciuciava. Ma perché inciuciava? Perché qualcuno gli ha detto di inciuciare”. Gli inquirenti della Procura di Roma acquisiranno il video dell’intervista rilasciata dal senatore Luigi Lusi alla trasmissione di Michele Santoro, Servizio Pubblico. Nel video il senatore afferma che la vicenda giudiziaria che lo vede indagato “é una partita molto più grande che fa saltare il centrosinistra. Quando su di me uscirà fuori ulteriore merda che servirà a screditarmi definitivamente non ci sarà più una domanda da porsi. Io eseguivo ciò che mi veniva detto – aggiunge – ed evidentemente per loro ero affidabile”.

Alla luce anche di queste affermazione da piazzale Clodio non si esclude che l’ex tesoriere della Margherita possa essere a breve riconvocato per un nuovo interrogatorio dopo quello svolto nelle scorso settimane. Il pm Stefano Pesci e l’aggiunto Alberto Caperna mantengono il più stretto riserbo rispetto al quadro istruttorio designato dal decreto di sequestro eseguito ieri e riguardante il parlamentare ed alcuni suoi familiari. Gli inquirenti, comunque, lasciano filtrare un moderato ottimismo in merito alla movimentazione del denaro presente sui conti correnti della Margherita nel periodo compreso tra il 2007 e il 2011. Gli oltre 79 milioni di euro sono stati quasi tutti “ricostruiti”. Ed anche su circa 4,5 milioni su cui c’era una sorta di punto interrogativo, stando sempre al provvedimento di sequestro, gli inquirenti ritengono di avere ricostruito il percorso del denaro. Le ulteriori persone coinvolte nell’indagine, comunque, sarebbero tutti soggetti legati alla sfera personale dell’ex tesoriere.

La Margherita ha dato mandato ai suoi legali di tutelare “in ogni sede l’onorabilità del partito rispetto alle dichiarazioni deliranti dell’ex tesoriere Luigi Lusi”. Lo si apprende da fonti ex Dl. “I dirigenti della Margherita, Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Giampiero Bocci, ci hanno incaricato di studiare la possibilità di denunciare il senatore Luigi Lusi per le dichiarazioni grossolanamente diffamatorie fatte nel corso del programma televisivo di Michele Santoro”. Lo afferma l’avvocato Titta Madia, legale, insieme con il collega Alessandro Diddi, dei vertici della Margherita. “Noi – aggiunge – stiamo valutando se sussistano gli estremi del reato di diffamazione in relazione alla genericità delle allusioni di Lusi, calunniose, ma non rivolte specificamente ad alcun soggetto identificabile”.

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