La manovra ha iniziato il suo cammino parlamentare in commissione Bilancio al Senato. Alfano, che ha convocato per domani i vertici del Pdl, ha gia’ avuto ieri sera un primo, lungo incontro con il sottosegretario Crosetto, uno dei frondisti della maggioranza,

che ha ribadito la necessita’ di riformare le pensioni, argomento che trova il muro della Lega. Antonio Martino, uno dei fondatori di Fi ha annunciato che non votera’ una manovra ‘indifendibile’. Cresce la protesta dei Comuni: un centinaio di sindaci del cuneese ha consegnato le chiavi dei municipi al prefetto. La Cgil ha scelto la data del 6 settembre per lo sciopero generale contro la manovra economica varata dal governo a meta’ agosto. Sara’ di otto ore, con manifestazioni articolate a livello territoriale La Cgil ha indetto lo sciopero generale, in tempi molto stretti, ”contro, e per cambiare, la manovra iniqua e sbagliata del governo”. E’ stato eccezionalmente indetto oggi dalla segreteria confederale, al termine della riunione dei segretari generali di categoria e territoriali, bruciando i tempi rispetto alla riunione del direttivo Cgil che era prevista per il 30 ed il 31 agosto. La segreteria aveva gia’ un mandato dal direttivo dello scorso luglio. Le modalita’ dello sciopero e le proposte della Cgil alternative alla manovra del governo saranno illustrate domani dal segretario generale Susanna Camusso nella conferenza stampa prevista ”in piazza, di fronte al Senato” alle ore 11.00, in coincidenza con un presidio del sindacato contro la manovra. Se c’é qualcuno che “vuole solo farsi largo bombardando a destra e sinistra, noi gli diciamo che non è utile al Paese e che non c’é tempo per pre-campionati, perché la situazione è abbastanza drammatica”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, interpellato nel corso di una conferenza stampa, replica a Luca Cordero di Montezemolo che ha detto che non si capisce quali siano le proposte del Pd. “Siamo abituati a questa litania: non ci impressioniamo mica – tuona Bersani – noi abbiamo proposte su qualsiasi problema e siamo sempre pronti a discutere, ma se ci si vuole descrivere diversamente, bisogna anche dire quale altra soluzione c’é, qual è la prospettiva per il Paese, perché adesso non si scherza”. “Non si aspettino da noi – avverte Bersani – il ventre molle, perché siamo anche di combattimento. Non ci possono dire qualsiasi cosa”. Sono dieci le proposte che il Pd tradurrà entro venerdì in emendamenti alla manovra, proposte, come spiega il segretario Pier Luigi Bersani in conferenza stampa, “responsabili, che rispettano i saldi ed anche gli accordi in Europa”. La contromanovra del Pd ruota, spiega il segretario democratico, “intorno a tre punti principali: riduzione drastica ed efficace dei costi della Pubblica Amministrazione, una dismissione ragionata di immobili pubblici ed un’asta competitiva per le frequenze televisive; un calco della manovra in ragione dell’equità e misure per stimolare l’economia perché noi parliamo di spread ma gli italiani stanno pensando al lavoro che manca”. Da questa filosofia discendono le proposte che, oltre ad un pacchetto di liberalizzazioni, dalla distribuzione dei farmaci ai servizi bancari, prevede politiche industriali per uno sviluppo sostenibile con la stabilizzazione del contributo per le rinnovabili e misure per il Mezzogiorno. Cuore della contromanovra è quella che Bersani definisce “una terapia d’urto contro l’evasione fiscale con misure di impatto sostanziale e non retorico”: tracciabilità dei pagamenti superiori ai mille euro e di quelli superiori a 300; la comunicazione da parte delle imprese dell’elenco clienti-fornitori e la parziale o totale deducibilità delle spese per la manutenzione della casa. Dalla lotta all’evasione il Pd punta a raccogliere le risorse a sostegno del lavoro, della riduzione dell’Irpef in via prioritaria sulle madri lavoratrici e sulla graduale eliminazione del costo del lavoro a tempo indeterminato dalla base imponibile dell’Irap. Tra le proposte l’introduzione di un’imposta erariale ordinaria sui grandi valori immobiliari basata su criteri fortemente progressivi e un’imposta una tantum del 15% sui capitali ‘scudati’. Bersani chiede la soppressione dell’articolo 8 del decreto che “viola il principio da tutti riconosciuto della non intrusività delle norme di legge nei rapporti tra le parti sociali”. Per il leader del Pd o si sopprime l’articolo 8 o si cambia in modo da recepire i punti dell’accordo raggiunto il 28 giugno dalle parti sociali. Novità dell’ultimo minuto la richiesta di reintrodurre il reato di falso in bilancio e misure per l’efficienza della Giustizia, a cominciare dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

 

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