Brutta, in peggioramento, depressiva. E’ allarmata la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel definire la manovra economica che si sta delineando nel dibattito politico di questi giorni. Una manovra da cui sembrano spariti – dice – i tagli alla politica, in cui mancano le riforme strutturali,

in cui non si interviene sulle pensioni di anzianita’, in cui e’ totalmente assente la parola crescita e da cui emerge solo ”una enorme quantita’ di tasse” e una fantasia galoppante nell’ ”inventare la tassa piu’ esotica”. ”Sono preoccupata – ha confessato la leader degli industriali ospite a Capalbio, insieme al dg di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, a Mario Monti e a Giuliano Amato, per la consegna del premio letterario – perche’ con questa manovra la crescita sara’ ancora piu’ bassa. E’ chiaro che una manovra di questo tipo sara’ certamente depressiva. Tutto quello che e’ emerso negli ultimi giorni nel tira e molla interno alla maggioranza ”mi sembra in peggioramento”, ha evidenziato Marcegaglia, puntando il dito soprattutto su tagli alla spesa pubblica e pensioni, due degli argomenti chiave da sempre portati avanti da viale dell’Astronomia. La presidente non si sottrae dalle critiche alla Lega: ”visto che due terzi delle pensioni di anzianita’ vanno ai padani, allora – ha detto in tono sarcastico – dobbiamo salvare i padani che vanno in pensione a 58 anni. E’ un’argomentazione che non sta in piedi e lo dico da padana”. Dal decreto sembrano inoltre scomparire progressivamente anche i tagli ai costi della politica: ”c’e’ una riduzione dei tagli ai comuni – lamenta Marcegaglia – man mano che andiamo avanti si riduce la quota dei tagli alla spesa pubblica e aumenta la quota di tasse”. E’ proprio sull’aumento delle imposte che la presidente insiste particolarmente, non solo sulla patrimoniale, ma anche sull’aumento dell’iva, che a quanto pare sostituirebbe gli interventi sulle pensioni: ”c’e’ ormai una gara a chi inventa la tassa piu’ esotica, e’ una manovra fatta tutta di tasse”. Confindustria e’ disponibile a un ragionamento complessivo su una riforma fiscale che sposti la tassazione ”dal lavoro alle cose”, ha ribadito la presidente, ma ”qui c’e’ una gara ad inventare nuove tasse e non c’e’ nessuna riduzione”. Quello che manca, ha proseguito, e’ infine e soprattutto uno sforzo decisivo in direzione della crescita. La crisi infatti ”non e’ ancora passata e questo chiama a decisioni forti, anche impopolari”, ha insistito Marcegaglia, invocando piu’ liberalizzazioni, piu’ privatizzazioni, e piu’ riforme strutturali, quelle ”che ci chiedeva anche la Bce”

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