Il sospetto è di quelli che pesano. Soprattutto se a formularlo è Famiglia Cristiana. Occhi puntati sul meeting di Comunione e Liberazione, in corso a Rimini. Il settimanale dei Paolini è duro: “Sembra che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto.
Ma solo perchè chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e Liberazione”. Un attacco frontale, cattolici contro cattolici. Tutto contenuto in un lungo editoriale che la rivista dedica all’intervento del presidente del Consiglio, Mario Monti. “Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier”. Una prassi. Si legge: “Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare”. E la stoccata finale: “Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggere ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale”. Per Famiglia Cristiana, le parole di Monti sono servite a “dar fiducia a un paese con il freno a mano tirato”. Poi le domande: “Ma quali provvedimenti stanno creando lavoro e contrastando la disoccupazione giovanile?”. Per il settimanale, “il Paese è stremato”. E ancora: “dieci milioni di famiglie tirano la cinghia. La disoccupazione è al 10,8 per cento. Solo un italiano su tre ha un posto regolare a tempo indeterminato”. E secondo Eurostat, “gli occupati in italia sono 450 mila in meno che nel 2007. Aumentano i cassaintegrati. Su una popolazione di 60,8 milioni di residenti, solo il 36,8 per cento (22,3 milioni di persone) lavora”.