Se non vincera’ le elezioni Mario Monti stara’ all’opposizione e non solo perche’ non ha ”niente in comune con questa coalizione di sinistra”, ma anche perche’ non fara’ mai parte di un governo di destra o sinistra ”che non abbia un fortissimo accento riformista”. Aspettando e sollecitando un ”utile” confronto Tv tra i leader delle coalizioni, che si presenta pero’ tutto in salita dopo le parole di Berlusconi, il presidente del Consiglio uscente, oggi a Cagliari per una convention elettorale, non risparmia attacchi al centrodestra e al centrosinistra, coalizioni che puntano solo al voto ”e non a continuare con le riforme”.

Il professore boccia senza riserve anche il ”patto scellerato” tra Pdl e Lega, puntando il dito contro la Padania sognata dai seguaci del Senatur (”non so cosa sia”), e difendendo il diritto degli elettori di poter valutare le diverse proposte in campo: ”non possiamo trattare i cittadini italiani come dei minorati”. Monti prova a stanare gli avversari sul duello in televisione rendendosi disponibile ”in qualunque momento e anche con breve preavviso” spiegando che il confronto tv ”e’ qualcosa che succede in tutti i Paesi a democrazia matura”, mentre ”forse noi stiamo involvendo verso una democrazia senile e immatura”. Nel frattempo pero’ cerca di schivare gli attacchi replicando ironicamente prima a Berlusconi, che lo aveva chiamato ‘professorino’ (”magari ha ragione lui che sicuramente e’ particolarmente autorevole nel mondo”) e poi all’editorialista del Financial Time, Wolfgang Munchau, che torna a criticare Monti, la cui austerita’ avrebbe causato il pesante crollo della crescita del Pil italiano (”quell’articolo e’ irrilevante”). E se poi trova ”poco interessante parlare di un Bersani che ‘dirige il traffico’, il Professore rende merito per la sua ‘salita’ in politica ad Angelino Alfano e al suo discorso in Parlamento ”con il quale sostanzialmente ha sfiduciato il governo”. Cosi’, mentre ricorda che nel 2011, quando venne chiamato a guidare il Paese, l’Italia era a rischio default, oggi sostiene che c’e’ un’Italia ”di diritti predicati e teorici”, mentre i montiani perseguono ”diritti praticati”. Sui diritti, in particolare quello ‘negato’ allo studio, Monti viene richiamato dalle contestazioni di un gruppo di universitari di Cagliari che, prendendo spunto dall’adozione del cane Empy, sollecitano il Professore ad ”adottare anche il diritto all’istruzione”. Non e’ questa l’unica contestazione di oggi al premier uscente. Il popolo degli Antiequitalia in presidio fuori dal centro congressi della Fiera di Cagliari gli ricorda, come ha fatto anche Di Pietro, gli imprenditori schiacciati dalle tasse che ”si sono messi la cravatta al contrario per colpa della crisi”. E lui, dal palco, ammonisce invece sulla zona franca integrale invocata per la Sardegna dal governatore Cappellacci, ”argomento elettorale e illusione miracolistica: chi racconta bugie sulla zona franca – liquida l’argomento con una battuta – difficilmente la fara’ franca davanti agli elettori”.

 

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