Dopo aver svolto quello che definisce un “ruolo chiave” al G8 di Camp David per spronare Berlino a fare di più sulla crescita, Mario Monti è costretto a rientrate anticipatamente in Italia per affrontare la doppia emergenza che ha scosso l’Italia: la bomba a Brindisi e il terremoto in Emilia. A seguito dell’attentato in Puglia il presidente del Consiglio
era già fortemente tentato di rientrare prima da Chicago, dove è volato al termine del G8 per partecipare al summit della Nato. Il sisma in Emilia, con morti e migliaia di sfollati, ha reso ineludibile la scelta di tornare prima in Italia. Anche in vista del Cdm che decreterà lo stato d’emergenza. Non è neanche esclusa una visita sul luogo del terremoto per esprimere quella solidarietà anticipata nel comunicato diffuso da palazzo Chigi. Anche se molto dipenderà dalla logistica e dai tempi, visto che il premier vorrebbe anche recarsi a Brindisi per partecipare ai funerali di Melissa Bassi. Raccontano che il professore sia rimasto particolarmente turbato da quanto avvenuto nella cittadina del Salento. E l’ipotesi di proseguire con il programma originario è stata subito scartata, anche per evitare il rischio di polemiche. Al suo arrivo a Chicago, Monti si è chiuso nella stanza dell’albergo che ospita la delegazione insieme e ai ministri Terzi e Di Paola e si è fatto aggiornare sulla situazione in Italia dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà e dal capo della protezione civile Gabrielli. La visita al museo originarimanete prevista in attesa dell’inizio del summit è stata cancellata. Il premier salterà quindi la seconda giornata dei lavori del summit Nato, dedicato alla riassetto delle risorse militari dell’Alleanza e al delicato tema delle risorse da destinare all’Afghanistan. E’ pur vero che la parte più delicata della missione negli Usa è stata quella di Camp David. E’ lì che Monti ha gettato le basi per quell’asse con Parigi e Washington che potrebbe spingere Angela Merkel su posizioni più morbide in Europa, a cominciare dal vertice informale del 23 maggio a Bruxelles. “La partita importante sarà quella”, riferisce un diplomatico della delegazione secondo il quale durante la cena dei leader Ue inizierà l’assedio a Berlino da parte di Parigi e Roma: “Hollande metterà sul tavolo gli eurobond e Monti insisterà con la golden rule”, spiega la stessa fonte, secondo la quale il professore intravvede qualche crepa nel muro eretto dalla cancelliera tedesca. Lui stesso, però, sa perfettamente che la partita è ancora lunga e aperta.