Il premier Monti – in una intervista a ‘Tempi’ – ha definito “grave” il caso delle telefonate del Capo dello Stato intercettate dalla procura palermitana. “E’ peraltro evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi”, per cui “è compito del governo prendere iniziative a riguardo”.

Queste le parole con cui Monti dimostra di non conoscere che il potere legislativo in Italia è affidato al parlamento e non al governo, per cui qualsiasi ipotesi di modifica o varo di una legge deve arrivare da chi è stato eletto dal popolo. Parole che tra l’altro hanno scatenato la ferma reazione della Federazione Nazionale della Stampa che con il presidente Roberto Natale attacca: “La specifica vicenda delle intercettazioni che hanno coinvolto il Presidente della Repubblica non può essere usata come pretesto per varare una legge che restringa gli spazi della cronaca giudiziaria. E’ bene ricordarlo al Presidente del Consiglio, ora che anche la sua voce si unisce alla campagna contro le intercettazioni”. “Eppure Monti aveva a disposizione evidentissimi spunti di cronaca per affrontare la questione in modo meno univoco – prosegue Natale -: per l’opinione pubblica, infatti, le intercettazioni (e la loro pubblicazione) sono in questi giorni lo strumento prezioso che permette di sapere cosa sia successo all’Ilva di Taranto, quali oscure manovre siano state messe in atto a danno della salute dei cittadini, come si siano comportati dirigenti di azienda e funzionari pubblici. Parlare di intercettazioni solo in termini di abuso – come fa anche Monti – rivela tutta la strumentalità dell’approccio al tema”. “Valuti il Presidente del Consiglio – aggiunge il presidente della Federazione della stampa – se tra le urgenze di questi ultimi mesi di legislatura debba proprio essere inserito un provvedimento che assumerebbe inevitabilmente l’aspetto della punizione per magistrati e giornalisti che fanno il loro dovere. Se necessario, la Fnsi concorrerà ad attivare rapidamente nelle prossime settimane quella stessa grande mobilitazione di cittadini e giornalisti che già negli anni scorsi ha consentito di respingere ogni restrizione al corretto esercizio del diritto-dovere di cronaca. Politico o tecnico che sia, il bavaglio non è accettabile”. Critiche a Monti sono arrivate anche da Magistratura Indipendente: “Una nuova normativa sulle intercettazioni non serve per accelerare e migliorare la qualità ed i tempi della risposta di giustizia. Le intercettazioni sono uno strumento indispensabile ed è assurdo parlare di modifica dei presupposti, perché si indebolirebbe l’attività investigativa”. Secondo Ferri “é giusto, invece, vigilare sulla corretta applicazione di tali presupposti ed intervenire con nuove norme sul divieto di pubblicazione degli atti coperti da segreto, sulla distruzione delle telefonate non rilevanti penalmente ed a maggior ragione di quelle che riguardano persone estranee al procedimento. Riforme? Ben vengano, anzi la magistratura le auspica – conclude Ferri – ma che siano quelle giuste e nell’interesse della giustizia e della ricerca della verità processuale”.

 

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