Il voto greco ai mercati non basta e lo stanno dimostrando: vogliono maggiore “integrazione politica”. E tutti “dobbiamo andare avanti in questa direzione”, avverte Mario Monti senza dimenticare anche la necessità di una “road map di misure concrete per rendere l’euro più credibile”.
Ma non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ricordando che la crisi non è nata in Europa: “Nessuno pensa che l’Ue sia l’unica fonte del problema” la cui origine deriva da “squilibri in altri Paesi tra cui gli Usa che sono stati tra i protagonisti”. Parole che arrivano a poche ore da un G20 in cui l’Ue arriva da ‘sorvegliata speciale’ sotto il pressing degli altri partner, America in testa, che incalzano per avere risposte alla crisi del debito europeo. Una posizione che sta stretta all’Europa e al Professore: in questo momento “difficile e importante” in cui cade il G20 “non abbiamo problemi a confrontarci sui nodi europei in ambito più ampio, come questo vertice, ma sentiamo il diritto e la responsabilità di risolverli all’interno dell’Ue”. Frasi che precedono solo di poco quelle del presidente della Commissione Ue Barroso che va anche oltre: “non siamo qui per prendere lezioni di democrazia e di gestione dell’economia”, avverte. Perché – rimarca il Professore incontrando i giornalisti di buon ora, prima di immergersi in una serie di incontri bilaterali che hanno preceduto l’avvio del summit – “bisogna lavorare su crescita, riduzione degli squilibri macroeconomici e turbolenze finanziarie ed è importante che ci sia un G20”, un’occasione per confrontarsi. Ma abbiamo il “diritto di prendere le nostre decisioni all’interno dell’Europa”, ribadisce il premier che stasera (sarà notte inoltrata in Italia) parteciperà, con i leader Ue presenti a Los Cabos ed i vertici di Bruxelles, ad un incontro sulla situazione dell’eurozona con il presidente Usa, Barack Obama. Decisioni necessarie anche e sopratutto per un “euro più credibile” che ora impongono una “chiara road map con interventi concreti”. E per le quali – in vista del vertice di Bruxelles di fine mese – servono “lavori intensi” che “passeranno anche per Roma”, spiega ricordando l’appuntamento del 22 giugno con Merkel, Hollande e Rajoy nella capitale. Senza nascondere l’ottimismo per “prospettive che si stanno avvicinando”. Monti torna poi sulla Grecia. Lo aveva fatto già ieri quando a tarda sera (era l’alba di oggi in Italia) era sbarcato in Messico, dopo un lungo volo nel corso del quale ha avuto anche una conference con i leader Ue. Un colloquio di “alto livello…”, ha scherzato riferendosi al collegamento in alta quota, dall’aereo. E si dice “rallegrato” del risultato elettorale, auspicando ora un “governo forte che rispetti gli impegni”. Come ha detto anche ai leader di Nd e Pasok: “li ho chiamati ieri”, sottolinea spiegando di averli “incoraggiati”, soprattutto i socialisti, verso un “governo di corresponsabilità nazionale”. Sul capitolo greco il premier torna – incalzato da alcune domande dei cronisti – sulla ipotesi di “dilazioni” degli impegni di Atene, ribadendo come aveva fatto nei giorni scorsi – che può essere un’opzione ma sottolineando che è un aspetto da affrontare in Consiglio Europeo. Una ipotesi esclusa tout court invece dalla Merkel. Di certo comunque il voto greco non basta ai mercati, torna a spiegare Monti ribadendo la necessità di una maggiore “integrazione”, di un’unione politica. E mentre si avvia per una giornata intensa non dimentica di ricordare il cammino fatto dall’Italia negli ultimi mesi. A Cannes, nell’ultimo G20, l’Italia era “abbastanza, diciamo, al centro dell’attenzione”, dice sorridendo, mentre ieri un rapporto indipendente del G20 “ci fotografa al terzo posto, con il 90% degli impegni rispettati, nella classifica dei paesi che hanno portato a termine i loro “compitì”.