Nella battaglia dei minatori della Carbonsulcis, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha dubbi da che parte stare: “profondamente” partecipe della “condizione e delle ansie” dei lavoratori e comprensivo “fino in fondo” della volontà di lotta che manifestano per una causa di vitale importanza per ciascuno di essi e per le famiglie”.

Per questo il Capo dello Stato sollecita che l’incontro di venerdì sia decisivo e che tutti abbiano “la consapevolezza dell’esigenza di trovare soluzioni sostenibili”. Al quarto giorno di occupazione dei pozzi, a 400 metri di profondità, e con la tensione alle stelle tra i lavoratori, Napolitano decide di intervenire con una nota per rassicurare i minatori ma anche per sollecitare tutte le parti, governo incluso, a cercare una via di uscita. “Vorrei che i minatori del Sulcis – scrive il presidente della Repubblica – impegnati in una prova durissima, sapessero come mi senta profondamente partecipe della loro condizione e delle loro ansie. La loro storia è parte integrante della storia del lavoro in Sardegna”. Napolitano ricorda la sua visita in Sardegna dello scorso febbraio quando “incontrando i lavoratori di tutte le aziende a rischio, rilevai pubblicamente come la Sardegna sia stata colpita da una crisi che investe più che in qualsiasi regione un intero assetto produttivo e occupazionale”. Per uscire da questa crisi profonda, che colpisce in primis lavoratori e famiglie, il Capo dello Stato non fa mancare il suo pressing, preferendo occuparsi della condizione difficile dei minatori sardi piuttosto che delle polemiche che continuano sulle intercettazioni della trattativa Stato-Mafia. “Ritengo che l’incontro in sede nazionale annunciato per venerdì – sollecita – debba costituire un’occasione di bilancio delle verifiche e delle esplorazioni già compiute, e dare prime risposte che possano trasmettere serenità e fiducia in un momento così drammatico specie per i lavoratori raccoltisi nella profondità della miniera”.

 

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