Un nuovo Governo per l’Italia va assolutamente cercato ed anche in tempi rapidi. Va quindi evitata – finché possibile – la strada di nuove elezioni: strada peraltro che né io, né un mio successore vorremmo percorrere. Nessuna concessione alla fantasia da parte di Giorgio Napolitano che oggi ha lasciato Berlino carico di problemi ma lanciando messaggi lineari a forze politiche che dalla Germania sembrano impazzite come la maionese.

Fedele al ruolo che la Costituzione gli ritaglia il presidente della Repubblica ha chiuso oggi una lunga visita di Stato in Germania già dedicandosi al “puzzle” della formazione di un nuovo Governo mentre tra i palazzi delle istituzioni si ragiona sulla possibilità di anticipare la convocazione delle Camere dal 15 marzo, che è un venerdì, al 12 che è martedì, guadagnando così quasi una settimana nel percorso che porterà all’avvio delle consultazioni. D’altronde la preoccupazione di interlocutori potenti per i tempi lunghi della politica italiana – a partire dagli Stati Uniti che con il segretario di Stato John Kerry ieri a Roma non ha nascosto il desiderio di vedere presto un nuovo esecutivo, fino alla Germania di Angela Merkel – si è manifestata con una certa chiarezza in questi ultimi giorni. Ci sono quindi segnali che confermano come il presidente non voglia lasciarsi distrarre dalle tante parole, idee e suggerimenti che circolano in questi giorni tra le forze politiche e vengono veicolate dalla stampa. E oggi una risposta del presidente ha lasciato perplessi i giornalisti che gli chiedevano cosa ne pensasse di un’intervista a Bersani nella quale il segretario del Pd tracciava le linee di quella che, a suo avviso, potrebbe essere la soluzione del “puzzle”. “Non ho letto l’intervista, non ho letto i giornali italiani”, ha replicato secco il presidente. Ma soprattutto conferma come il ritorno alle urne sia l’ultima ratio per il Quirinale: “andare a rivotare non mi interessa. Non ho potere di scioglimento delle Camere e dubito che un nuovo presidente possa pensare solo a sciogliere le Camere”. Ciò detto è chiaro che gran parte della fatica dello scioglimento del rebus resta nelle mani del capo dello Stato che già da domani approfondirà i suoi contatti per capire bene come stanno le cose e quali siano i margini di manovra. Intanto, poco prima di lasciare Berlino, Napolitano ha confermato ancora una volta di non vedere di buon occhio le ipotesi spericolate di un suo bis al Quirinale come garante delle riforme. “La carta d’identità conta”, ha spiegato Napolitano ricordando come i padri della Costituente avessero disegnato un mandato così lungo, il settennato, anche perché fosse a mandato unico. Ma il tema c’é e non solo in Italia come testimonia anche l’accoglienza calorosa dei tanti italiani incontrati in Germania. “La supplico, rimanga ancora qualche anno, l’Italia ha bisogno di lei!”, gli ha gridato oggi un friuliano che aveva assistito al discorso del presidente all’università Humboldt. “Faccio quel posso, non mi metta in difficoltà…”, si è schermito il presidente colpito da tanta esuberanza.

 

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