Una scuola che formi “non solo lavoratori capaci ma soprattutto persone oneste” e dove si pratichi la legalità, e una società “che creda e pratichi la superiorità dell’istruirsi bene rispetto al contare sulla raccomandazione”: è così che la vedono il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il ministro dell’istruzione, Francesco Profumo.

E le loro parole, pronunciate nel cortile d’onore del Quirinale in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, hanno incontrato il plauso di ragazzi e adulti. La scuola “deve formare non solo lavoratori capaci ma soprattutto persone oneste” ha detto Profumo, che vuole “una scuola dell’uguaglianza e del merito”, senza discriminazioni, che integri e che “faccia crescere e maturare una coscienza civile rinnovata e una cittadinanza responsabile, di cui abbiamo estremo bisogno”. Sembra fargli eco il capo dello Stato: per il “benessere dell’istruzione”, dice, oltre al “triangolo” tra insegnanti, studenti e famiglie, “servono almeno altri tre soggetti: una società che creda e pratichi la superiorità dell’istruirsi bene rispetto al contare sulla raccomandazione, un mondo del lavoro che contribuisca alla formazione dei giovani e premi le loro competenze, un’azione pubblica che riconosca il suolo cardine dell’istruzione e in essa investa idee e risorse”. Napolitano, che ha sottolineato commosso come alla prossima inaugurazione dell’anno scolastico non sarà più capo dello Stato perché il suo settennato finirà prima, ha detto che in questi anni “l’istruzione italiana ha continuato a fare progressi” che “dimostrano come l’Italia possa farcela, possa migliorare quando si impegna con sforzi collettivi e condivisi”. Tutti i governi di questi sette anni, ha aggiunto, hanno perseguito alcuni obiettivi come “la volontà di incentivare la qualità e il merito” e la “riaffermazione dell’obiettivo di modernizzare la didattica rendendola più attraente per i giovani”. “Dobbiamo costruire opportunità – ha detto ancora il capo dello Stato – dobbiamo farlo perché questo è l’assillo di tutte le famiglie, quello che mi si dice ovunque io vada: ‘pensate ai giovani’. Dobbiamo farlo se vogliamo limitare l’emigrazione dei giovani” e in particolare, ha aggiunto, di quelli “più ricchi di istruzione”. Quanto alla legalità, che “si deve praticare a tutti i livelli”, Napolitano ha spiegato che “nella vita scolastica vuole dire rispetto delle sue regole, dei compagni, specie di quelli più deboli e soprattutto degli insegnanti, che sono il cuore pulsante della scuola”. Prof che secondo il ministro sono “veri eroi moderni”, che “meritano di più in termini di rispetto, formazione e carriera”. Alla cerimonia erano presenti più di 2.500 studenti provenienti da tutte le regioni d’Italia, tutti vestiti o di verde, o di rosso o di bianco, a formare una marea tricolore e allegra. Alcuni di loro si sono esibiti, come i ragazzi di un liceo di Caserta che hanno cantato una canzone dal titolo “Radio camorra” o gli studenti di un liceo torinese che hanno inscenato una piccola performance teatrale. Riccardo Cocciante ha cantato “Per un amico in più dedicando la canzone a Napolitano ed è poi sceso ad abbracciare il capo dello Stato. Ha cantato anche Roberto Vecchioni, cantante-professore che ha ricordato di essere nella scuola da 63 anni. Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, ha espresso la speranza che i giovani possano crescere nei valori in cui hanno creduto Giovanni falcone e Paolo Borsellino. C’erano anche i “cacciatori del Bosone”, gli scienziati dell’Istituto nazionale fisica nucleare Guido Tonelli, Sergio Bertolucci e Fabiola Giannotti, che sono stati poi elogiati da Napolitano nel suo messaggio, e la cantante Noemi che ha aperto la serata e i campioni olimpici Annalisa Minetti, Alez Zanardo, Alessandro Campagna, Valentino Gallo, Valentina Vezzali. Tanti gli esponenti del governo in platea: oltre a Profumo, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, le colleghe della Giustizia Paola Severino e del Lavoro Elsa Fornero, il ministro dell’Integrazione Andrea Riccardi. E c’era anche il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che a fine cerimonia si è soffermato a parlare con il capo dello Stato. E in forma privata si è anche svolta una commovente cerimonia: è stato consegnato ai genitori di Melissa Bassi, la studentessa morta nell’attentato del 19 maggio, il diploma alla memoria.

 

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