“Dopo sette anni sto finendo il mio mandato in un modo surreale, trovandomi oggetto di assurde reazioni di sospetto e dietrologie incomprensibili, tra il geniale e il demente”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riflette con il Corriere della Sera (in apertura) sugli sviluppi di questi giorni della situazione politica.
Il capo dello Stato, riporta il quotidiano di Via Solferino, dice di sentirsi “lasciato solo dai partiti” e definisce questo come “il momento peggiore del settennato” a causa delle critiche sulla scelta di un doppio comitato di specialisti, incaricati di “formulare precise proposte programmatiche” in grado di divenire “in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche”. I due gruppi di persone incaricate di fare una sorta di “quadro sinottico” dei problemi da affrontare, e che Napolitano puntualizza di non aver mai definito “saggi”, lavoreranno al massimo 8-10 giorni, e non c’é nulla di formalizzato per quanto li riguarda, nulla che consenta di dire che il Quirinale ha creato un nuovo Parlamento. Quanto all’ assenza tra i “facilitatori” delle donne, per il Presidente sulla questione “si sfiora il ridicolo”. In merito alla scelta di non dimettersi, la motivazione va ricercata nella volontà di garantire un elemento di continuità. Se Napolitano si fosse limitato alle risultanze degli ultimi colloqui che aveva avuto, avrebbe dovuto riconoscere: “Sono conclusioni che fanno disperare della possibilità di governare questo Paese”. Le dimissioni avrebbero contraddetto l’impegno di offrire un impulso di “tranquillita”, di dare la sensazione che “lo sforzo continua”, di confermare l’impianto del suo settennato, ispirato a “dare agli italiani un senso di comunità e di unità”.