Nel messaggio natalizio ‘Urbi et Orbi’, Benedetto XVI ha invocato “pace e stabilità” per la Terra Santa, attraverso “la ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi”, e la cessazione delle “violenze in Siria”. Chieste riconciliazione e stabilità per Iraq, Afghanistan, i Paesi nordafricani e mediorientali. “Il Signore soccorra l’umanità ferita dai tanti conflitti, che ancora oggi insanguinano il Pianeta”, ha affermato Benedetto XVI dalla loggia centrale della basilica vaticana, in un messaggio incentrato sul significato della venuta di Gesù sulla terra “per salvarci soprattutto dal male profondo, radicato nell’uomo e nella storia”, indicandoci “la via della riconciliazione, del dialogo, della collaborazione”.
Il Signore, “che è il Principe della Pace”, ha proseguito, “doni pace e stabilità alla Terra che ha scelto per venire nel mondo, incoraggiando la ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi”. “Faccia cessare le violenze in Siria, dove tanto sangue è già stato versato – ha detto ancora il Pontefice -. Favorisca la piena riconciliazione e la stabilità in Iraq ed in Afghanistan”. Con riferimento ai Paesi interessati dalle rivolte della “primavera araba”, il Papa ha poi aggiunto: “doni un rinnovato vigore nell’edificazione del bene comune a tutte le componenti della società nei Paesi nord africani e mediorientali”. “La nascita del Salvatore – ha concluso Benedetto XVI – sostenga le prospettive di dialogo e di collaborazione in Myanmar, nella ricerca di soluzioni condivise. Il Natale del Redentore garantisca stabilità politica ai Paesi della Regione africana dei Grandi Laghi ed assista l’impegno degli abitanti del Sud Sudan per la tutela dei diritti di tutti i cittadini”. Benedetto XVI augura all’Italia un futuro ”piu’ fraterno e solidale”.
”Buon Natale ai romani e agli italiani!”, ha detto dopo il messaggio ‘Urbi et Orbi’ dalla loggia delle Benedizioni: ”La nascita di Cristo Salvatore e l’accoglienza gioiosa del suo Vangelo di salvezza rinnovino i cuori dei credenti, portino pace nelle famiglie, consolazione ai sofferenti e aiutino gli abitanti dell’intero Paese a crescere nella reciproca fiducia per costruire insieme un futuro di speranza, piu’ fraterno e solidale”. Benedetto XVI ha poi rivolto i suoi auguri natalizi ai popoli e alle nazioni in 65 lingue del mondo. Tra queste, anche lingue come il mongolo, il romanes (dell’etnia rom), l’aramaico, l’hindi, il tamil, il malayalam (India), il bengalese, l’urdu (Pakistan), il maori, il samoano, il guarani, e infine l’esperanto e il latino. “Dio, fai che i bastoni dell’aguzzino vengano bruciati e la tua pace vinca in questo nostro mondo”: così ha pregato ieri sera il Papa in Vaticano, nella Messa della notte di Natale, ricorrenza che non sia solo “di negozi”, ma ci inviti “all’umiltà”, ha detto il pontefice. Oggi il messaggio natalizio e la benedizione Urbi et orbi.
Decine di migliaia di pellegrini ieri a Betlemme. Benedetto XVI ha concluso la celebrazione della messa della notte di Natale nella basilica vaticana. Mentre il coro della Cappella Sistina intonava il tradizionale canto natalizio ”Tu scendi dalle stelle”, e mentre l’immagine del Bambino Gesu’ veniva collocata nel presepe all’interno della basilica, il Papa ha ripercorso la navata sempre trasportato sulla ”pedana mobile” e applaudito dalla folla dei fedeli. Ha quindi sostato dinanzi al presepe per un momento di venerazione, prima di uscire dalla basilica.