A mezzanotte passata, Silvio Berlusconi ancora era al lavoro, in primis con Giulio Tremonti (”collaborativo, pur nelle sfumature diverse”, riferiscono i presenti) ma anche con i ministri della Lega (questi ultimi ”piu’ silenti”), quelli del Pdl ed i vertici del partito, per limare il discorso che domani terra’ in Parlamento, presenti anche i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. Un ”lavoro complesso”, a giudizio dei presenti, nel quale il premier ha voluto coinvolgere il ministro del Tesoro, ora al centro della bufera giudiziario-politica legata all’affaire Milanese e ancora al mattino indicato come in via di sostituzione dall’esecutivo. Ma domani alle Camere – rispondendo all’inedito appello di tutte le parti sociali e alla richiesta di coesione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano – il premier puntera’ il dito proprio contro chi, dentro il Parlamento, mette in discussione la necessaria stabilita’ facendo della crisi una ”scorciatoia” per eventuali ribaltoni e favorendo, fuori dal Palazzo, una pericolosa speculazione. La stabilita’ politica – nel ragionamento del premier – e’ da sempre l’arma vincente contro la speculazione; una crisi di governo ora sarebbe un regalo per gli speculatori e un danno per il Paese visto che nessun governo tecnico potra’ risolvere i problemi dell’Italia; per questo l’opposizione dovrebbe abbandonare inutili scorciatoie per dedicarsi a risolvere i problemi degli italiani. Nel discorso di domani, riferiscono ancora i partecipanti al vertice, non mancheranno aperture alle opposizioni. Berlusconi infatti dovrebbe dire di ritenere auspicabile un tono del confronto politico piu’ disteso e meno di parte, concentrato sui problemi del Paese e non sugli interessi dei partiti, nel solco del monito del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Parte essenziale del discorso di Berlusconi in Parlamento, riferisce ancora chi ha preso parte al vertice, sara’ spiegare che ”crisi e speculazione finanziaria sono sotto gli occhi di tutti ma per quanto riguarda l’Italia ci sono eccessivi allarmismi perche’ il sistema politico e’ solido, le banche sono liquide e solide e in generali i fondamentali economici sono altrettanto solidi’.. Berlusconi chiama dunque a Palazzo Grazioli tanto il ministro del Tesoro Tremonti che i ministri della Lega Nord Calderoli e Maroni, per dare un segno tangibile della volonta’ di procedere nel solco della coesione, non solo nella maggioranza ma anche con le parti sociali e le opposizioni, per favorire la stabilita’. Niente allarmismi, esorta percio’ il premier, che domani alle Camere porra’ una premessa a suo giudizio fondamentale: il governo si e’ mostrato stabile ed ha dimostrato di avere i numeri per varare in poco meno di una settimana una manovra da 70 miliardi di euro, certamente molto resta da fare per la crescita ascoltando parti sociali e opposizioni (oltre all’inquilino del Colle), ma senza cedere ad inutili allarmismi e soprattutto senza immaginare che esistano alternative in eventuali governi tecnici. Tra le misure che domani Berlusconi dovrebbe proporre la riforma del lavoro (secondo qualcuno dei presenti al vertice quindi la revisione dello Statuto dei lavoratori) che insieme a quella del fisco e al piano Sud dovrebbe aiutare a garantire la crescita. L’ammodernamento del mercato del lavoro, a giudizio del Cavaliere, e’ fondamentale. E per eliminare quelle rigidita’ attualmente contenute nelle leggi, bisogna cambiare alcune regole, confrontandosi con le parti sociali. Chi era presente al vertice riferisce di un presidente del Consiglio aperto ai suggerimenti in questo campo ma anche determinato a sottolineare come si debbano svecchiare le attuali norme.

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