E’ tutta nell’immagine di Pier Luigi Bersani, chiuso da solo nella sua casa romana ad aspettare la fine dello scrutinio, la rappresentazione di un leader, ma anche di un partito, sgomento davanti ad un esito elettorale inaspettato.
Alla Casa dell’Architettura, che nelle speranze dei democrats doveva essere il luogo del festeggiamento elettorale, i giornalisti restano in attesa delle poche e incerte dichiarazioni ma i big, tutti rinchiusi a largo del Nazareno, non si fanno vedere fino a sera. Finisce alle 16 l’euforia, seppur trattenuta dopo l’esperienza del 2006, in casa Pd. Alla prima proiezione si capisce che la realtà, al Senato, è simile al peggiore degli incubi: non solo Beppe Grillo fa il pieno di voti ma, per usare la metafora bersaniana, il giaguaro è ben lungi dall’essere smacchiato. E a Palazzo Madama prevale l’ingovernabilità con il centrosinistra perdente non solo nelle regioni in bilico ma anche in regioni, come la Puglia, date per sicure. Nella sede del partito, al secondo piano, ci sono Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Dario Franceschini, Piero Fassino e tutti i big ad aspettare insieme, come da tradizione, i dati. Nessuno parla per tutto il pomeriggio e nel via vai si vedono solo volti tirati. Bersani viene atteso invano: il segretario Pd preferisce rimanere solo a casa. “Non abbiamo capito il paese”, si sfogano i dirigenti più pessimisti mentre altri continuano a sperare che i dati reali ribaltino la situazione di un Senato che risulta ingovernabile. “Se le cose stanno così, il prossimo parlamento sarà ingovernabile. Si farà subito una nuova legge elettorale e si torna a votare”, è la strada indicata alle 17 dal vicesegretario Enrico Letta che però in serata fa una svolta a ‘U’ e assicura che un ritorno alle urne non è assolutamente all’orizzonte. Anzi, rilancia con un filo di speranza sui risultati ancora non definitivi sulla Camera, “chi vince lì avrà l’onere di fare le prime proposte da fare al Capo dello Stato”. Ma i dubbi in casa Democrat crescono. “C’é sbandamento, la realtà è che nessuno sa che cosa fare ora”, ammette qualcuno che lascia la ‘stanza dei bottoni’ al Nazareno. La probabilità, che i più escludono, è una nuova grande coalizione con il Pdl mentre in caso di vittoria alla Camera, come i dati sembrano indicare, non si esclude un appello a Beppe Grillo (comunque già respinto sul nascere dal leader del M5S) per una collaborazione che eviti la Grecia in Italia. Solo a dati definitivi, nella speranza di vincere almeno alla Camera, si potrà fare un bilancio più chiaro e capire come affrontare una situazione inedita che, è l’allarme di Enrico Letta, “creerà un terremoto non solo in Italia ma in tutta Europa”.