“Cosa vorrei? Che il Pdl firmasse in massa i quesiti referendari dei radicali e che il governo, di cui il Pdl fa parte, li trasformasse in decreti legge: separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, fine della carcerazione preventiva”.

Lo afferma Daniela Santanché in una intervista a Repubblica, nella quale si dice anche “stupita” che “Letta sia stato silente in questi giorni. Non ha capito che l’attacco non è soltanto contro Silvio Berlusconi ma anche contro il suo governo”. Per Santanchè, il governo “è stato troppo debole, ha tolto la riforma della giustizia dal tavolo della riforma costituzionale, non se ne parla, è un tabù. Sono vent’anni che non si riesce a farla”, vent’anni “che siamo alle prese con questo disegno criminoso che si ripete sempre uguale a se stesso. Anche i metodi restano gli stessi, vedi il ‘pizzino’ recapitato al Corriere nel ’94”. Il Pdl, precisa, non ha “affatto minacciato la crisi, né prospettato alcun Aventino” e fosse per lei, chiederebbe “una seduta congiunta di Camera e Senato sulla giustizia”.

 

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