“Io parlo da persona libera da schemi di partiti e/o movimenti, ho avuto a che fare quanto basta con la ‘politica italiana’ per capire che questa mossa da 80 euro di Renzi e’ una gran trovata pre-elettorale di grande effetto ‘tutti bravi tutti buoni, ma solo in tempo di elezioni'”. Piero Pelu’ insiste sul tema degli 80 euro che ha innescato ieri sera dal palco di piazza San Giovanni in Laterano quando ha attaccato il premier Renzi, scatenando le polemiche e le repliche bipartisan del mondo della politica a sostegno del capo del governo. E oggi, in una dichiarazione postata su facebook Pelu’ dice di voler spiegare meglio la sua ‘considerazione/richiesta’ fatta sul palco, cioe’ “lavoro e non elemosina”.

“E’ chiaro – dice l’artista – che 80 euro al mese aiutano un mensile che sta tra i 700-1200 euro al mese ma il problema di fondo rimane: dove sta il lavoro, quello a tempo indeterminato che ti garantira’ stabilita’ e poi la tanto agognata pensione?”. “Lo so che ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi o pensioni da vera fame, a voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarieta’ non volevo certo offendervi! Con tutta la calma del mondo credo pero’ che sia importante capire che per costruire un futuro vero per se e per i propri figli ci sia bisogno solo di una cosa: il lavoro, onesto e …ben retribuito”. Pelu’ poi attacca ancora sottolineando: “lo so gia’ che questi soldi usciranno dalle tasche di chi li ricevera’ con la massima velocita’ come solo i grandi prestigiatori sanno fare. Come? Ad esempio con l’aumento delle accise su tutti i carburanti possibili e immaginabili, addirittura avremo le accise sulla birra… aumenteranno le tasse sui rifiuti, diminuiranno i soldi per la scuola pubblica, diminuiranno i soldi per la sanita’ pubblica, aumenteranno i prezzi dei servizi ‘pubblici’ che saranno privatizzati al piu’ presto con aumenti incontrollati dei prezzi, poi diminuiranno le detrazioni per chi ha familiari a carico e per chi ha lavoratori dipendenti, questo giusto per massacrare le piccole imprese e quindi favorire solo un lavoro: quello nero”. Pelu’ sposta poi il mirino sulle spese per la Difesa, in particolare sugli F-35: “Nel mio intervento di ieri ho anche detto, per chi se lo fosse gia’ scordato, che le spese militari per gli F-35 (dovevano essere 12, poi 15 ora 20 miliardi di euro, domani chissa’?) sono una vera follia sia per motivi strategici ma soprattutto per tutto il denaro che si ‘ruberebbe’ alle ben piu’ importanti spese sociali. La sintesi del mio intervento di ieri al Primo maggio potrebbe essere questa: tralasciando per un attimo la quantita’ di sprechi abominevole del nostro Stato, quanti 80 euro ci stanno dentro 20 miliardi di euro? Ma soprattutto quanto lavoro vero e onesto si puo’ creare con 20 miliardi di euro”. La conclusione del lungo post e’ “Stiamo uniti e stiamo rock!”. “I sindacati confederali, organizzatori dell’evento, sia pur dalla loro legittima posizione di critica alle scelte dell’attuale governo, dovrebbero prendere le distanze da quel monologo, persino letto male, che disonora quel grande appuntamento di riflessione, di critica, di proposta e di festa che e’ il Concerto in Piazza San Giovanni”. Cosi’ il deputato del Pd Dario Ginefra commenta sulla sua pagina Facebook il testo letto ieri dal cantante fiorentino durante il tradizionale concerto del Primo Maggio. “Io non ho votato per Renzi al congresso e a volte non ne condivido il modo di fare, ma trovo le parole di Piero Pelu’ offensive per l’intero popolo democratico”, scrive inoltre Ginefra. Dal palco del concertone di Piazza San Giovanni, il cantante toscano aveva attaccato il premier, tra gli applausi, con queste parole: “Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro…”. E ancora: “Basta armi, basta violenze, c’e’ gia’ la Nato che la stiamo pagando dalla fine della seconda guerra. Non voglianmo nuove armi che rubano soldi alla scuola e agli ospedali. Il nuovo arrivato, il boy scout di Licio Gelli deve capire che in Italia c’e’ un grande nemico: disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, ‘ndrangheta, camorra. La nostra e’ una guera interna. Il nemico e’ dentro di noi. Gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Giovanardi….”. Da Forza Italia, la replica. “E’ inaccettabile che il concerto del primo maggio diffuso dalla Rai in prima serata serva per insultare il premier italiano. Definire Renzi il boy scout di Licio Gelli come ha fatto Piero Pelu’ e’ un obbrobrio anche per noi che siamo all’opposizione del governo”, dichiara Francesco Giro, senatore azzurro, aggiungendo “non si puo’ abusare della Rai insultare. E Piero Pelu’ ha persino un bel contratto Rai per il programma su Rai2 ‘The Voice’. Abbia piu’ rispetto e non abusi della tv pubblica. E non mi vengano a dire che questa e’ satira politica”. “E’ davvero preoccupante – fa eco il deputato Pd Edoardo Patriarca – quando un cantante come Pelu’ fa concorrenza a Grillo. Ma sappia che il concerto del primo maggio non e’ certo un talent. Pelu’ ieri sera ha steccato come non mai – continua Patriarca – Evidentemente l’ebbrezza del palco gli ha dato alla testa”. “Da Pelu’ un vergognoso grido al populismo. Ha sfruttato una giornata dedicata a tutti i lavoratori italiani per attaccare gratuitamente il presidente del Consiglio e quindi l’intero Partito democratico, visto che Renzi siede ai vertici della segreteria. Ci dica chi e’ il suo mandante”, dichiara invece la deputata del Pd Elisa Simoni. (

 

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