Renzi dà la carica ai suoi dalla tribuna in plexiglas allestita alla Stazione Leopolda di Firenze, Bersani è accolto dai giovani riuniti a Bari per ‘Finalmente Sud’. E’ una chiamata al voto, con sottofondo di duello senza esclusione di colpi, anche sulle spese sostenute per la campagna elettorale, a contrassegnare la giornata politica in vista delle primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra. “Abbiamo una brutta notizia per voi, vogliamo vincere”.
Così Matteo Renzi dalla Leopolda rilancia in mattinata la sua sfida e lo fa vestendo i panni che gli sono più congeniali quelli del rottamatore. Non vuol parlare dei sondaggi (“un leader non li commenta li cambia”), che lo danno indietro su Bersani, e continua a graffiare: “Siamo gli unici che sono in diritto di cambiare le cose perché siamo gli unici non invischiati nella gestione fallimentare degli ultimi 20 anni”. “Se oggi il Pd nei sondaggi è sopra il 30%, io dico andate a ricercare quelli che dicevano che le primarie ci avrebbero distrutto, che dicevano che volevamo rompere tutto”, attacca Renzi in un discorso apparso come una vera e propria chiamata alle armi dei suoi per una mobilitazione al voto. Oggi Datamonitor, dà Renzi al primo posto nella fiducia come leader, seguito a ruota da Bersani; il Pd è primo partito nelle intenzioni di voto. “Mentre i partiti cambiavano il proprio leader nel mondo, da noi cambiavano i nomi dei partiti: i leader no”, scandisce il sindaco-rottamatore. Poi l’affondo sulle alleanze: “Ho chiesto che le alleanze si facciano con i cittadini e non con complicati giochi da addetti ai lavori”, dice a chi gli chiede di un’ipotetica alleanza con il movimento di Luca Di Montezemolo. Poco prima, davanti ai suoi, rivolto alla ‘vecchia guardia’ del Pd, aveva affermato: “La smettete di seguire Casini invece di parlare direttamente agli italiani?”. Nello stesso giorno della Leopolda numero III e della chiamata a raccolta dei renziani, Bersani è a Bari per la giornata di mobilitazione ‘Finalmente Sud day’, progetto di formazione politica rivolto dal Pd a 2000 giovani del mezzogiorno. “Facciamole per bene queste primarie non facciamo mica le primarie per pettinare le bambole”, scandisce rispedendo al mittente i sospetti sul voto: “Stiamo facendo una cosa meravigliosa”. La formazione dei giovani del Pd “é lo sforzo più grande e più coraggioso: è il più grosso investimento che ha fatto il nostro partito nel momento in cui abbiamo voluto che si dimezzasse il finanziamento ai partiti in un momento di crisi economica”, afferma Bersani ribattendo così a distanza alle tesi renziane contro il finanziamento pubblico dei partiti e a favore del ricambio generazionale. Bersani ripete poi di “non tirare Monti per la giacca, che in questo momento sta svolgendo una funzione delicato per il Paese e credo che la dovrà svolgere anche nella prospettiva”, aggiunge. Ma l’ultima polemica delle primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra scoppia sui fondi del sindaco. A lanciare il sasso è Ugo Sposetti: “Finora Renzi ha speso 2 milioni e 800 mila euro”, dice al programma ‘La Zanzara’. Pronta la risposta dei renziani: “Dall’indimenticato tesoriere dei ds cifre inverosimili”, dice l’avvocato Alberto Bianchi. “Quanto alla Leopolda – aggiunge – il costo si aggirerà sui centomila euro”. E la portavoce di Renzi, Simona Bonafé: “Perché Sposetti non ci dice quant’é costata ‘Finalmente Sud’, quanti alberghi e biglietti dei treni hanno acquistato per riempire la sala a Bari”.